20 ottobre 2012

Alexandre (Asperger) ha scritto il primo libro a 11 anni.

Alexandre Beaulieu Lynch aveva 11 anni quando, nel 2008, scrisse questo libro:
la storia di un pesce che sognava di mangiare un gatto.
Alexandre, appassionato di astronomia e di meccanica quantistica, sta ultimando il suo secondo libro.
Dimenticavo, al giovane canadese è stata diagnosticata una forma di autismo (Asperger).

Andrea Mameli www.linguaggiomacchina.it 21 Ottobre 2012
Titolo: My Goldfish Ate My Cat!
Testi: Alexandre Beaulieu Lynch
e Janet Gelernter
Illustrazioni: Carole Tavernier
Editore: Chantal Beaulieu Lynch
Anno: 2008
ISBN: 0980904315, 9780980904314

Bellas Mariposas al cinema dal 25 Ottobre in 11 sale della Sardegna

Il 25 Ottobre 2012 inizierà, finalmente, la proiezione del film Bellas Mariposas. Una pellicola che, a mio modo di vedere, merita di essere distribuito in tutto il mondo. E non solo per il successo ottenuto al Festival di Venezia.
Ecco l'elenco delle sale:

Il film, diretto dal Salvatore Mereu e girato interamente a Cagliari, ha stimolato una fortissima curiosità. E non soltanto in coloro che hanno letto la straordinaria storia di Sergio Atzeni alla quale è ispirato. A pensarci bene non ricordo tanta attesa per un film. Per il momento esce in queste undici sale, poi si sposterà fuori dalla Sardegna.

Come sa chi segue questo blog, a suo tempo ho provato a descrivere le mie sensazioni e le mie curiosità nelle 5 notti trascorse sul set del film, nel ruolo di figurante (che nei titoli di coda è contrassegnato come "Poliziotto 2"). Cinque notti sono niente, se paragonate con i mesi di lavorazione, ma per me è stata un'esperienza strardinaria.
Ecco i post scritti poco più di un anno fa:

E la mia riflessione più recente: Come pensa un regista? (Linguaggio Macchina, 10 Settembre 2012)
Andrea Mameli www.linguaggiomacchina.it 20 Ottobre 2012

19 ottobre 2012

Oilproject: scuola informale digitale.

Il portale Oilproject è stato ideato nel 2004 per condividere lezioni tenute nelle scuole e nelle università.
La qualità delle lezioni è giudicata dal pubblico attraverso votazioni e meccanismi di valutazione fra pari. Dagli esperimenti di elettrostatica alla storia dei Led Zeppelin.
Oggi Oilproject si espande e cerca programmatori web (Php e Drupal) a Milano. Inviare il CV a info@oilproject.org

Marco De Rossi a iSchool il 10 ottobre 2012.

SuperQuark del 26 luglio 2012.

Un francobollo scientifico: così il 22 Ottobre l'Osservatorio Astronomico di Brera festeggia 250 anni.

Lunedì 22 Ottobre 2012 la società Poste Italiane SpA emetterà un francobollo celebrativo in occasione dei 250 anni dalla nascita dell’Osservatorio Astronomico di Brera.
L'annullo personalizzato del francobollo è in programma sempre il 22 ottobre nella sede centrale delle Poste Italiane a Milano, in via Cordusio 4.

Il francobollo, del valore di € 0,60 è stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato SpA, in rotocalcografia, su carta bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente, con grammatura: 90 g/mq; formato carta e formato stampa: mm 40 x 48; formato tracciatura: mm 47 x 54; dentellatura: 11 effettuata con fustellatura; colori: cinque; tiratura: due milioni e cinquecentoventimila esemplari.
Il disegno raffigura uno scorcio del palazzo dell’Osservatorio Astronomico di Brera e della Cupola Zagar. Sullo sfondo la galassia a vortice M51, ripresa dal Telescopio Nazionale Galileo.
Giovanni Pareschi, Direttore dell’Osservatorio, commenta così l'iniziativa: «Abbiamo voluto un annullo personalizzato, che recita 250 anni di scienza a Brera. Di scienza in generale, non solo di astronomia. Vogliamo sottolineare, infatti, che la fondazione dell’Osservatorio è stata decisiva per lo sviluppo successivo di gran parte della scienza milanese con importanti ripercussioni anche a livello nazionale e internazionale. L’astronomia è per sua natura prettamente multidisciplinare e ha contribuito, nel corso dei secoli, allo studio della matematica, della fisica, della chimica, ma anche della riflessione filosofica, all’arte, della letteratura».

La storia dell'Osservatorio Astronomico di Brera, il più antico istituto di ricerca di Milano, non è fatto soltanto del pur rilevante contributo alla comprensione dei fenomeni celesti: è anche la storia di un intreccio di rapporti che si è sviluppato tra l'Osservatorio e la città.
Ancora oggi Palazzo Brera (al civico 28 di via Brera) ospita la sede milanese dell’Osservatorio: luogo di lavoro per i ricercatori, dove trovano posto un enorme archivio, una ricca Biblioteca storica che vanta la prima edizione del Sidereus Nuncius di Galileo, i Principia Mathematica di Newton, l’atlante stellare di Hevelius, lo splendido Firmamentum Sobiescianum, sive Uranographia stampato a Danzica nel 1690. Ma Palazzo Brera espone anche un’importante collezione di strumenti astronomici storici, tra cui il telescopio rifrattore Merz/Repsold utilizzato da Schiaparelli per i suoi studi su Marte.

18 ottobre 2012

I geni e le stelle. Film e scienza a Cagliari dal 6 Novembre al 6 Dicembre 2012

I geni e le stelle. Rassegna di cinema (fanta)scientifico. Dal 6 Novembre al 6 Dicembre, nei locali della Cineteca sarda (Viale Trieste 126, Cagliari, ingresso libero, con inizio alle 20:30): Gattaca (6 Novembre), Moon (14 Novembre), Contact (21 Novembre), Sunshine (30 Novembre), Dr. Creator (6 Dicembre).
A cura del Master in Comunicazione della Scienza dell'Università di Cagliari. Il Master in Comunicazione della Scienza è stato progettato e realizzato (nel 2008-2009) dalla Facoltà di Scienze dell’Università di Cagliari in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti della Sardegna, l’INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica) - Osservatorio Astronomico di Cagliari, il CRS4 (Centro di Ricerca Sviluppo e Studi Superiori in Sardegna).

17 ottobre 2012

I Nobel per la fisica 2012 commentati da Michele Saba (Università di Cagliari)

Sul Nobel per la fisica 2012 a Haroche e Wineland ho raccolto il parere di Michele Saba (fisico sperimentale dell'Università di Cagliari):
«Ciao Andrea, grazie per avermi contattato per chiedermi di commentare anche quest'anno i premi Nobel per la fisica. È sempre un momento bello e interessante che dà l'occasione di riflettere sulle frontiere della scienza e capire quali scoperte hanno veramente avuto un impatto sul modo in cui guardiamo il mondo o un impatto tecnologico sulla nostra vita di tutti i giorni.
Quest'anno il premio Nobel è stato dato per due scoperte fondamentali. L'annuncio è stato un momento per me particolarmente emozionante perché eravamo a lezione con gli studenti e abbiamo interrotto la lezione per seguire l'annuncio in diretta. Io ho avuto la fortuna di conoscere entrambi i premiati di quest'anno: Serge Haroche dell'Ecole Normale Supérieure di Parigi) che ha avuto il premio per aver studiato uno degli animali mitologici più famosi tra i fisici, il gatto di Schrödinger. Cioè un gatto che può essere vivo o morto ma noi non lo appiamo perché è chiuso dentro una scatola, con del veleno, e non abbiamo modo, senza aprire la scatola, di sapere se lui quel veleno l'ha mangiato oppure no. E quindi è un gatto allo stesso tempo vivo e morto, questa era l'idea con cui Schrödinger spiegava la meccanica quantistica. Ecco, questo gatto, sotto forma di particelle fondamentali, di atomi e fotoni, Serge Haroche lo ha realizzato e studiato in tutti i modi e ha cercato di capire se potesse stabilire, senza aprire la scatola, se questo gatto fosse vivo o morto. Siccome non c'è riuscito, anzi ha dimostrato che non si può senza aprire la scatola se questo gatto è vivo o morto, e per questo ha vinto il premio Nobel.
Invece David Wineland, l'americano, non è un grande un comunicatore come Serge Haroche. Con Wineland ho avuto l'occasione di intrattenermi alcune volte per pranzo e di chiacchierare lungamente, una persona molto amabile. Uno di quegli scienziati per i quali non diresti che è un grandissimo genio così a prima vista. Però ha una grandissima profondità di analisi e di comprensione dei problemi e una grandissima capacità di organizzare il lavoro in laboratorio. Lui ha vinto il premio perché è riuscito a realizzare un prototipo estremamente rudimentale ma fondamentale, dal punto di vista concettuale, di computer quantistico. Cioè un computer in cui gli elementi di memoria non sono dei transistor, non sono dei capacitori, ma sono dei singoli ioni, cioè degli atomi con un elettrone di meno, intrappolati in una camera a vuoto vicino a degli elettrodi. Questi ioni tutti in fila uno vicino all'altro si comportano come gli elementi di memoria di un computer e sono in grado di compiere operazioni tra di loro, con una differenza fondamentale. Mentre un elemento di memoria classico o vale zero o vale uno, secondo il codice binario con cui parlano i computer, questo computer quantistico può essere sia zero sia uno allo stesso tempo: è l'altra faccia del gatto di Schrödinger di cui parlavamo prima. Cioè il computer quantistico non ha soltanto due stati: ha lo stato zero, lo stato uno, ma anche tutte le possibili sovrapposizioni fra questi due stati. Quindi quando fa un conto non ha bisogno di fare il conto soltanto con una serie di dati di inpt alla volta, ma può fate il conto con tutti gli inputi possibili allo stesso tempo. Cioè un computer intrinsecamente parallelo che ha la potenzialità di rivoluzionare completamente il mondo dell'informazione. Ciò che è difficile per i computer classici potrebbe essere estremamente facile per un computer quantistico. Questo computer ancora non ce l'abbiamo, però David Wineland ha realizzato il primo prototipo con 4 o 5 bit, mi pare siano arrivati fino a 8, però quel che conta è il concetto che è veramente rivoluzionario. Quindi un premio dato alla frontiera della conoscenza, più che alla frontiera della tecnologia. Come spesso accade si è alternato di anno in anno le scoperte fondamentali con quelle invece più applicative, quindi quest'anno è capitata proprio quella fisica che a me piace di più. Spero veramente che sia un premio che incoraggia tanti ragazzi ad occuparsi di meccanica quantistica e avanzare sempre di più questa frontiera della conoscenza».
Intervista andata in onda il 16 Ottobre 2012 su Radio X social radio
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16 ottobre 2012

Italiano e altre lingue europee sono a rischio di estinzione digitale. Studio del CNR e della Fondazione Bruno Kessler.

Due terzi degli idiomi dell’Ue potrebbero scomparire dalla rete, dove domina l’inglese. Lo rivela un’indagine dell’Ilc-Cnr nell’ambito della ricerca Meta-Net a cui hanno lavorato più di 200 esperti
L’italiano, come la maggioranza delle lingue europee, rischia di scomparire da Internet, anche se la sua presenza in rete è tutt’altro che marginale. A dirlo è il rapporto ‘La lingua italiana nell’era digitale’ dell’Istituto di linguistica computazionale del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Ilc-Cnr), parte della ricerca Meta-Net cui hanno lavorato più di 200 esperti.
«La percentuale di pagine web in italiano a livello mondiale - spiega Nicoletta Calzolari dell’Ilc-Cnr - è raddoppiata passando dall’1,5% nel 1998 al 3,05% nel 2005. È stato stimato che nel 2004 in tutto il mondo ci fossero 30,4 milioni di parlanti italiani online. Al di fuori dei confini dell’Unione Europea, parlano italiano 520.000 americani, 200.000 svizzeri e 100.000 australiani. Il numero di navigatori italiani negli ultimi cinque anni è però rimasto stabile, contrariamente il numero di quelli dei paesi in via di sviluppo aumenta notevolmente, cosicché la proporzione di coloro che parlano la nostra lingua subirà una forte diminuzione e potremmo andare incontro a un rischio di sotto-rappresentazione, specialmente in confronto all’inglese».
Secondo i dati raccolti dai ricercatori, la penetrazione del web in Italia si attesta al 51,7%, con 30 milioni di internauti (circa il 6,3% di quelli dell’Ue) su 58 milioni di cittadini: la loro crescita è stata del 127,5% tra il 2000 e il 2010.
Se questo è il quadro per la nostra lingua, possiamo immaginare quale sia per quelle che hanno un numero di parlanti molto inferiore. «Il dato è preoccupante - sottolinea Claudia Soria dell’Ilc-Cnr - perché dal momento che le tecnologie linguistiche usate in Internet si basano su approcci statistici, se i dati messi a disposizione in una lingua sono pochi, si innesta un circolo vizioso: pochi dati, tecnologie di bassa qualità, ulteriore limitazione dell’uso di quella lingua».
Lo studio condotto dall’Istituto Cnr e dalla Fondazione Bruno Kessler (Bernardo Magnini e Manuela Speranza) fa parte della ricerca Meta-Net cui hanno lavorato più di 200 esperti e documentata in 30 volumi della Collana di libri bianchi di Meta-Net (disponibile a stampa da Springer META-NET White Paper Series): «21 lingue su 30 analizzate si collocano al livello più basso, con un supporto digitale ‘debole o assente’ in almeno una delle aree tecnologiche prese in esame (correttori ortografici e grammaticali, assistenti personali interattivi su smartphones, sistemi di traduzione automatica, motori di ricerca, etc.)», spiega Soria. «L’islandese, il lituano, il lettone e il maltese ottengono questo voto per tutte le aree. Anche basco, bulgaro, catalano, greco, ungherese e polacco, con ‘supporto frammentario’, si collocano tra le lingue ad alto rischio. All’estremo opposto si trova l’inglese, seguito da olandese, francese, tedesco, italiano e spagnolo, con ‘supporto modesto’. Nessuna lingua, però, ottiene ‘supporto eccellente’».
«Sono risultati allarmanti - conclude Hans Uszkoreit, coordinatore di Meta-Net - e la maggior parte delle lingue europee non dispone di risorse sufficienti e alcune sono quasi completamente ignorate. Molte di esse non hanno futuro».
[Fonte: Ufficio Stampa CNR. Roma, 16 Ottobre 2012]




15 ottobre 2012

Ingredienti a domicilio, ricette originali, innovazione in cucina: è il progetto iDinner.

Ho apprezzato fin dal primo momento l'idea innovativa introdotta dal progetto iDinner e ora ho il piacere di raccontarla.

L'innovazione è qualcosa che introduce dei cambiamenti, che soddisfa dei bisogni, che offre nuove soluzioni a vecchi problemi. A mio modo di vedere iDinner soddisfa queste condizioni: è il primo servizio in Italia di consegna di ingredienti di cucina con ricette studiate appositamente. Il progetto di Federica Budroni e Jenny Svensson è attivo a Cagliari e dintorni, a Sassari, a Milano, a Torino.

La formula è semplice: iDinner consegna a domicilio la spesa, con ingredienti freschi e ricette dettagliate, per quattro cene per quattro persone elaborate da una nutrizionista. Ora a Cagliari si sta sperimentando la busta per due persone. Ovviamente questo è possibile perché da un lato alcune persone hanno avuto un'idea, e dall'altro ci sono altre persone che avevano un bisogno. Ma anche perché ci sono tecnologie che facilitano la riuscita del tutto.

Il punto cruciale è sempre lo stesso: trovare il tempo per fare tutto. E così la domanda fondamentale diventa questa: ma se ho pochissimo tempo per cucinare, dove lo trovo il tempo per comprare gli ingredienti?

Non ci dobbiamo ridurre a comprare i pasti confezionati precotti da riscaldare. Dobbiamo conservare una dignità gastronomica tale da vivere sempre il pasto, almeno quello consumato a casa, come un piacere.

Ho ritrovato il commento che ho scritto il 7 maggio sulla bacheca facebook di iDinner:
La prima esperienza è riuscita. Ho cucinato i petti di pollo al forno in salsetta di uovo, vino e senape, serviti con romanella e grana. Nessun disastro in cucina. I commensali hanno gradito. La ricetta era chiara. Io ho vissuto 40 minuti molto divertenti. Grazie iDinner!

Il piacere risiede, ovviamente, anche nel prepararli i piatti. In effetti, ripensandoci cinque mesi dopo, mi rendo conto che riuscire a ritagliarci del tempo per cucinare in maniera creativa è fondamentale: per la serenità interiore e per l'autostima. Per me è stata una soddisfazione enorme. E ovviamente ho imparato molte cose: la senape, per fare un esempio, presa da solo fa schifo, ma unita a tuorlo bollito, olio, vino bianco e sale diventa una salsetta davvero squisita.

Andrea Mameli www.linguaggiomacchina.it 15 Ottobre 2012

Da sinistra verso destra, Fabio (Comunicazione e web), Federica (nutrizionista), Andrea (Logistica e forniture) Jenny (Marketing e vendita)

 

14 ottobre 2012

Ma l'Universo esiste o è solo una simulazione?

Un gruppo di fisici dell'Università di Bonn sta cercando di rispondere all'antica domanda: l'Universo esiste davvero?
Lo studio, che consiste nel trovare dei limiti alle dimensioni e alla quantità di energia del mondo conosciuto, è disponibile nell'archivio arXiv.org
Constraints on the Universe as a Numerical Simulation
Silas R. Beane, Zohreh Davoudi, Martin J. Savage
(Submitted on 4 Oct 2012)
Abstract
Observable consequences of the hypothesis that the observed universe is a numerical simulation performed on a cubic space-time lattice or grid are explored. The simulation scenario is first motivated by extrapolating current trends in computational resource requirements for lattice QCD into the future. Using the historical development of lattice gauge theory technology as a guide, we assume that our universe is an early numerical simulation with unimproved Wilson fermion discretization and investigate potentially-observable consequences. Among the observables that are considered are the muon g-2 and the current differences between determinations of alpha, but the most stringent bound on the inverse lattice spacing of the universe, b^(-1) >~ 10^(11) GeV, is derived from the high-energy cut off of the cosmic ray spectrum. The numerical simulation scenario could reveal itself in the distributions of the highest energy cosmic rays exhibiting a degree of rotational symmetry breaking that reflects the structure of the underlying lattice.

New York: 125 meteoriti lunari e marziane all'asta

Il quarto più grande pezzo di Luna mai messo all'asta viene battuto oggi a New York: Natural History Signature Meteorite Auction. Nome in codice DaG 1058 (foto a sinistra), proviene dal lato scuro della Luna.
C'è poi un pezzo di ferro soprannominato L'Urlo (per una vaga somiglianza con il celebre quadro di Edvard Munch, come si vede nella foto sotto), è il meteorite Gibeon è stato trovato in località Great Namaland, in Namibia, misura 548 x 239 x 211 millimetri e pesa 81 chilogrammi. Proviene dalla collezione The Macovich di New York City e veniva stimato fra 170 mila e 200 mila dollari. L'asta è in corso in questo momento: sono curioso di sapere a quanto sarà venduto questa e le altre 124 meteoriti, tutte classificate con un nome in codice. Se volete sapere dove è stato trovato c'è Lunar Meteorite Hunter.

Andrea Mameli www.linguaggiomacchina.it 14 Ottobre 2012
- Largest Piece Of The Moon Ever Offered, In Heritage Auctions' New York Event, Plus 125 More Meteorites 
- Willamette Meteorite Chunk Part of Largest Meteorite Auction Ever in NYC
- From the far side of the Moon, the fourth largest piece of the Moon: Dar Al Gani (DaG 1058)
- From Mars to London, With a Few Stops Along the Way