“Questa mano non è mia!”: uno studio sulla somatoparafrenia
Un danno al
cervello causato da ictus o ischemia può causare perdita di coscienza del proprio corpo fino a indurre chi ne è colpito a non riconoscere come proprio un
braccio o una gamba. Non si tratta di un
disturbo di tipo psichiatrico ma neurologico, noto come somatoparafrenia,
che può riguardare fino al 15% delle persone con lesione all’emisfero destro
considerando le forme più lievi, di cui finora si conoscevano solo le
caratteristiche cliniche. Uno studio
condotto da Angelo Maravita e Daniele Romano del dipartimento di Psicologia
dell’Università di Milano-Bicocca in collaborazione con l’Università di Pavia e
l’Ospedale Niguarda “Ca’ Granda” di Milano, pubblicato online sulla rivista inglese Brain, ha evidenziato per la prima volti
gli effetti fisiologici di questo disturbo, contribuendo a chiarire i meccanismi
profondi alla base della perdita
della coscienza del sé. Scoprendo che questo processo è così pervasivo che non
si riescono a percepire più neppure le “minacce” verso l’arto sentito come
estraneo.
L’esperimento è
stato condotto avvicinando una potenziale fonte di dolore (un ago) all’arto di
tre gruppi di pazienti affetti da patologie che comportano perdita di
sensibilità o movimento degli arti: somatoparafrenici, emiplegici e
anosognosici. I somatoparafrenici, a differenza degli altri, hanno mostrato
un'assenza di risposta di conduttanza cutanea all’avvicinarsi dell’ago, senza avere alcuna reazione
«Il processo di perdita di coscienza
del sé – spiegano Angelo Maravita e Daniele Romano, rispettivamente professore
associato di Psicobiologia e Dottore di ricerca nel dipartimento di Psicologia
dell’Università di Milano-Bicocca – è talmente profondo che non si riescono
neppure a percepire le minacce e non si attiva nessuna reazione di difesa,
nemmeno riflessa. Il disordine della coscienza, indotto dalla lesione è tale che
si arriva a un rifiuto incontrovertibile del proprio arto. Stiamo parlando di
pazienti che non hanno alcun tipo di disturbo psichico e che sono in grado di
intendere e volere. Eppure, anche
se talora sono addirittura imbarazzati perché comprendono la stranezza di
quanto affermano, continuano a sostenere che il braccio è di un’altra persone
anche se attaccato al loro corpo».
Andrea Mameli, blog Linguaggio Macchina, 28 Marzo 2014
Daniele Romano, Martina Gandola,
Gabriella Bottini e Angelo Maravita
Patients with somatoparaphrenia believe that their contralesional limb(s) belong to someone else. Romano et al. show that the delusion is associated with a reduced anticipatory autonomic response to an approaching painful stimulus, suggesting changes to the body representation. Patients with anosognosia, who deny hemianaesthesia, show intact autonomic responses.
Patients with somatoparaphrenia believe that their contralesional limb(s) belong to someone else. Romano et al. show that the delusion is associated with a reduced anticipatory autonomic response to an approaching painful stimulus, suggesting changes to the body representation. Patients with anosognosia, who deny hemianaesthesia, show intact autonomic responses.
Brain (2014) 137 (4): 1213-1223 doi:10.1093/brain/awu009
Le barre del
grafico rappresentano le risposte di conduttanza cutanea nei pazienti.
Nei
pazienti somatoparafrenici le risposte allo stimolo neutro (grigio scuro) e
doloroso (grigio chiaro), non differiscono per la mano sinistra affetta dal
distrubo di consapevolezza (coppia di barre a sinistra), mentre differiscono per
la mano destra normale (coppia di barre a destra).
Negli altri due gruppi
di pazienti la differenza tra stimolo doloroso e neutro è
presente per entrambe le mani.
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