Sarda firma la copertina del Time (5 dicembre 2017)

La copertina del Time di questa settimana, dedicata a un servizio sulle unità speciali delle forze armate Usa, è stata illustrata da Maria Antonietta Mameli.
Nata a Cagliari nel 1969, Maria Antonietta Mameli si è trasferita a New York dove a partire dal​ 2007 ha iniziato ad affermarsi come artista. Mameli ha acquistato la sua prima macchina fotografica professionale a New York nel febbraio 2006 e da allora non ha mai spesso di esplorare l'infinito potenziale della fotografia come strumento creativo.
Maria Antonietta Mameli ha esposto ​nelle fiere internazionali d'arte più importanti del mondo:​ Parigi, Firenze, Basilea, Miami, Beijin e a New York, nella rinomata Galleria Bruce Silverstein, specializzata in fotografia d'arte, che descrive così: «L'opera riduzionista di Maria Antonietta Mameli unisce le componenti più essenziali della fotografia: luce​,​​ ombra ​​e ​forma​.​ Riducendo al minimo gli elementi compositivi​ ​delle sue immagini, Mameli non solo richiama l'attenzione sulla bellezza temporale dei suoi soggetti anonimi, ma anche sulla semplicità del mezzo. Mameli​ isola l'arte dalle minuzie della vita e la nostra comprensione di essa".
Com’è nata questa copertina del Time?
«È nata con una telefonata da parte del photo editor della redazione del TIME: mi ha spiegato che stavano lavorando a una storia sui  soldati americani e mi ha chiesto di creare un’immagine ad hoc per illustrare l'articolo. L'immagine di copertina è il risultato di tanti scatti e ore di lavoro nella mia camera oscura digitale. Questa è la terza volta che collaboro con il TIME: e ci sarà senz'altro l’opportunità di nuovi progetti in futuro».
Il photo editor le lasciava carta bianca?
Il ritratto di Maria Antonietta è di Giovanni Stefano Ghidini​
«Sì. Ho lavorato con assoluta libertà creativa, con in mente il tema della storia che sarebbe stata pubblicata sulla rivista».
Che effetto le fa questo traguardo?
«Surreale».
Questo è un riconoscimento che arriva dopo dieci anni di mostre e successi in tutto il mondo. Quali sono i prossimi obiettivi?
«Sto lavorando a diversi nuovi progetti e collaborazioni internazionali.»
Quando e come si scoperta artista?
«Quando avevo cinque anni mi piaceva giocare con la Polaroid di mia madre. La fotografia è sempre
stata dentro di me.»
Che cosa rappresentano New York e l'America in tutto questo? Una fonte d’ispirazione o qualcosa di
più?

«New York è una città magica, popolata da magiche creature. L’energia che impregna New York è palpabile e io l’ho sentita fortissima dal primo istante in cui ho posato piede a JFK airport, e continua a nutrirmi con il suo flusso incessante. L’America è tutt’oggi il paese della meritocrazia e dalle incredibili opportunità. La mia storia lo dimostra. In Italia non sarebbe mai potuta succedere.»
ANDREA MAMELI

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