Borexino: perla nascosta della fisica italiana (e internazionale).
Borexino vive nascosto nel sottosuolo. Non è un roditore in letargo ma un delicato esperimento di fisica delle particelle.
Nei Laboratori sotterranei del Gran Sasso, gestiti dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), con il progetto Borexino i fisici riescono a osservare i geoneutrini: le particelle provenienti dagli strati profondi del nostro pianeta. I geoneutrini forniscono le prove dell'origine radioattiva del riscaldamento del nucleo caldo della Terra: il decadimento degli elementi radioattivi. L'unicità dei Laboratori del Gran Sasso, oltre alla loro posizione sotterranea, risiede nella distanza dalle più vicine centrali nucleari: oltre 500 km. Grazie a queste caratteristiche, e alla strumentazione creata appositamente, i fisici sono in grado di rilevare i segnali della radioattività naturale della Terra. Forse non esageriamo nell'affermare che si apre una nuova era nello studio del nostro pianeta, in particolare per quei fenomeni che sono alla base dei movimenti tettonici, ma anche dei terremoti e delle eruzioni vulcaniche. I ricercatori del progetto Borexino, provenienti da istituti italiani, tedeschi, russi, polacchi e statunitensi, sono coordinati da Gianpaolo Bellini (INFN sezione di Milano).
Su Physics Letters del 5 marzo 2010 ("Observation of geo-neutrinos") sono descritti i risultati più recenti del progetto Borexino. Sicuramente tra alcuni anni le conoscenze derivanti da questi studi raggiungeranno anche coloro che oggi non sono neppure a conoscenza dell'esistenza dei Laboratori sotterranei del Gran Sasso. Le conoscenze derivate dalla preparazione degli esperimenti e i loro stessi risultati, come pure la progettazione di strumentazione e lo sviluppo di software necessari agli esperimenti, costituiscono un insieme di valore inestimabile.
Andrea Mameli, 27 marzo 2010 - Blog Linguaggio Macchina.
Approfondimenti:
- Observation of Geo-Neutrinos (arXiv.org 20 marzo 2010)
- Published Borexino papers (INFN)
- Video del progetto Borexino (INFN)
- Borexino pictures (INFN)
- Discorso dell'ambasciatore degli Stati Uniti, Ronald P. Spogli in visita ai laboratori del Gran Sasso (30 novembre 2006)
Nei Laboratori sotterranei del Gran Sasso, gestiti dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), con il progetto Borexino i fisici riescono a osservare i geoneutrini: le particelle provenienti dagli strati profondi del nostro pianeta. I geoneutrini forniscono le prove dell'origine radioattiva del riscaldamento del nucleo caldo della Terra: il decadimento degli elementi radioattivi. L'unicità dei Laboratori del Gran Sasso, oltre alla loro posizione sotterranea, risiede nella distanza dalle più vicine centrali nucleari: oltre 500 km. Grazie a queste caratteristiche, e alla strumentazione creata appositamente, i fisici sono in grado di rilevare i segnali della radioattività naturale della Terra. Forse non esageriamo nell'affermare che si apre una nuova era nello studio del nostro pianeta, in particolare per quei fenomeni che sono alla base dei movimenti tettonici, ma anche dei terremoti e delle eruzioni vulcaniche. I ricercatori del progetto Borexino, provenienti da istituti italiani, tedeschi, russi, polacchi e statunitensi, sono coordinati da Gianpaolo Bellini (INFN sezione di Milano).
Su Physics Letters del 5 marzo 2010 ("Observation of geo-neutrinos") sono descritti i risultati più recenti del progetto Borexino. Sicuramente tra alcuni anni le conoscenze derivanti da questi studi raggiungeranno anche coloro che oggi non sono neppure a conoscenza dell'esistenza dei Laboratori sotterranei del Gran Sasso. Le conoscenze derivate dalla preparazione degli esperimenti e i loro stessi risultati, come pure la progettazione di strumentazione e lo sviluppo di software necessari agli esperimenti, costituiscono un insieme di valore inestimabile.
Andrea Mameli, 27 marzo 2010 - Blog Linguaggio Macchina.
Approfondimenti:
- Observation of Geo-Neutrinos (arXiv.org 20 marzo 2010)
- Published Borexino papers (INFN)
- Video del progetto Borexino (INFN)
- Borexino pictures (INFN)
- Discorso dell'ambasciatore degli Stati Uniti, Ronald P. Spogli in visita ai laboratori del Gran Sasso (30 novembre 2006)
Commenti
Senza nessun nazionalismo, dovremmo però rimpossessarci di quello che sappiamo fare. Tutto qui.
Il rischio? E' quello di rimanere incardinati a errori vecchi di anni. Ad esempio, si legga qui: http://www.danielegouthier.it/erdos/liberiamo-la-ricerca-italiana.html
andrea
O il contrario???
A tal proposito, vi cito i risultati di una mia piccolissima indagine sul campo, che dimostra quanto siano "misconosciuti" questi laboratori.
Alcuni mesi fa, durante una cena con una dozzina di amici (non esperti di fisica), ho chiesto: "se vi cito i laboratori del Gran Sasso che cosa vi viene in mente?"
Provate a indovinare il risultato: all'unanimità, la prima risposta è stata "Giuliani, il previsore di terremoti". Solo dopo, qualcuno ha aggiunto: "Sì, ma ci fanno anche esperimenti di fisica!"
:-)
Piuttosto, Andrea, mi incuriosisce sapere come dagli studi dei neutrini si possa capire qualcosa sui terremoti!
Leggi cosa risponde il coordinatore dell’esperimento (Gianpaolo Bellini, ordinario di Fisica nucleare alla Statale di Milano).
Sarà possibile prevedere anche i tempi dei terremoti?
«Per ora siamo troppo lontano da questo risultato. Sicuramente questo tipo di studi può portare a capire meglio quei meccanismi di cui parlavo. Ma da lì ad arrivare a sapere di più su quando avvengono i terremoti, per ora, no. Forse riusciremo a sapere di più sul dove i terremoti possono avvenire. Ma è ancora tutto da capire ciò che attiene al quando».
Fonte: Regione Abruzzo
http://www.circololucedelsud.it/?p=36027