La pigrizia uccide anche te, dille di smettere. Uno studio pubblicato su Lancet

Potremmo ritenere arcinoto che l'inattività fisica aumenta il rischio di quelle condizioni negative per la salute, comprese le grandi malattie non trasmissibili come la malattia coronarica, il diabete di tipo 2 e due tipologie di cancro (al seno e al colon), e l'aspettativa di vita rischia di accorciarsi drammaticamente. Purtroppo una parte della popolazione mondiale è sostanzialmente inattiva e così il problema non si restringe alla sfera individuale ma si allarga a livello di sanità pubblica.
La domanda allora è la seguente: come quantificare l'effetto dell'inattività fisica su queste importanti malattie non trasmissibili? Un gruppo di ricercatori, coordinato da I-Min Lee (Division of Preventive Medicine, Brigham and Women's Hospital, Harvard Medical School, Boston, USA) ha calcolato la frazione di popolazione attribuibile (PAFS) associata con l'inattività fisica, sulla base di ipotesi per ciascuna delle principali malattie non trasmissibili, con lo scopo di stimare il grado della malattia potrebbe essere evitato se l'inattività fisica sono stati eliminati. Abbiamo usato la vita-table analisi per valutare vantaggi in termini di aspettativa di vita della popolazione.
Lo studio, pubblicato su Lancet il 18 luglio, indica che a livello mondiale l'inattività fisica sarebbe responsabile del 6% del carico di malattia per patologie cardiache coronariche, 7% di diabete di tipo 2, 10% di cancro al seno, e 10% di cancro al colon.
L'inattività provoca il 9% di mortalità prematura: oltre 5,3 milioni dei 57 milioni di morti che si sono verificati in tutto il mondo nel 2008.
Lo studio stima anche che se l'inattività calasse del 10% si avrebbero 533 000 morti in meno. E se la diminuzione arrivasse al 25% si eviterebbero 1,3 milioni di morti, ogni anno. Mentre l'eliminazione dell'inattività fisica aumenterebbe l'aspettativa di vita della popolazione mondiale dello 0,68. La conclusione a cui giungono i ricercatori è che l'inattività fisica rappresenta uno dei principali alteratori sulla salute umana in tutto il mondo e che la diminuzione o la rimozione di questo comportamento potrebbe migliorare notevolmente la salute di ampie fasce della popolazione.
Andrea Mameli www.linguaggiomacchina.it 18 Lugio 2012
Effect of physical inactivity on major non-communicable diseases worldwide: ananalysis burden of disease and life expectancy
I-Min Lee, Eric J. Shiroma, Felipe Lobelo, Pekka Puska, Steven N. Blair, Peter T. Katzmarzyk
The Lancet - 18 July 2012
DOI: 10.1016/S0140-6736(12)61031-9

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