Estinzione digitale: l’amaro destino di venti lingue europee
Venti lingue europee rischiano l'estinzione digitale. La previsione è del consorzio europeo META-NET (Multilingual Europe Technology Alliance) costituito da 60 centri di ricerca di 24 Paesi. Lo studio ha valutato per ogni lingua le tecnologie dedicate alla traduzione automatica, all’interazione vocale, all’analisi del testo e alla disponibilità di risorse linguistiche. Ne abbiamo parlato con Claudia Soria, ricercatrice dell'Istituto di Linguistica Computazionale del CNR di Pisa, la quale ha curato la ricerca per la lingua italiana.
Cosa significa estinzione digitale?
«Significa il non uso di una lingua su Internet. L'esigenza primaria è svolgere le normali attività online nella propria lingua madre. La comunicazione digitale comincia a farsi difficoltosa quando la traduzione automatica diventa più imprecisa o quando i supporti alla digitazione sono meno efficienti o quando mancano le interfacce vocali in grado di riconoscere accenti e intonazioni diverse. La gamma dei contesti d'uso si restringerà, portando gradualmente alla scomparsa della lingua da Internet».
Cosa avete scoperto?
«La ricerca evidenzia che l'italiano si posiziona meglio rispetto a lingue molto poco diffuse o di recente sviluppo e presenza in Internet, o entrambe le cose. Questo, unitamente al fatto che il supporto alle tecnologie linguistiche sia considerato "buono" non è poi così confortante, se si pensa che l'italiano è una delle lingue europee più parlate con 56 milioni di nativi residenti, ha una presenza su Internet stimata di 30,4 milioni di parlanti e circa 40 anni di attività di ricerca e sviluppo nel settore delle tecnologie linguistiche».
Queste carenze non rischiano di colpire anche le persone con deficit cognitivi e comunicativi?
«Certamente. Le persone anziane, i disabili, gli ipo-vedenti potrebbero trarre enormi vantaggi, in termini di accessibilità, dallo sviluppo delle tecnologie linguistiche. Se questo sviluppo viene rallentato o frenato, queste categorie sono le prime a farne le spese. A seguire tocca ai parlanti monolingui, che sono privati dai contenuti disponibili in altre lingue e questo, lungi dall'essere un impulso alla globalizzazione, sarebbe un impoverimento del tessuto culturale europeo. Nonché del patrimonio di diversità linguistica».
Cosa rischiano le parlate minori?
«Le lingue regionali e minoritarie sono le più colpite dal rischio di estinzione digitale. Molte di esse sono a rischio di estinzione tout-court, come attestato dall'Atlante delle lingue in pericolo dell'Unesco, che individua sul territorio italiano ben 31 lingue a rischio, tra cui il sardo, il catalano algherese, il corso e il ligure tabarchino. L'Italia è il paese europeo con il più alto tasso di diversità linguistica, ma questo aspetto della sua ricchezza culturale è scarsamente conosciuto e poco tutelato».
La tecnologia come può aiutare?
«Internet offre un enorme potenziale per le lingue: ha il potere di conferire riconoscimento e prestigio e aiuta a far capire, quando serve, che una lingua è viva. Servono investimenti dalle istituzioni e dalle associazioni culturali per aumentare il numero e la gamma di applicazioni digitali. Le tecnologie dedicate alle lingue maggioritarie fanno da traino alle applicazioni per le lingue minoritarie, come il sardo, il friulano, il ladino».
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