Nuovo studio sugli Etruschi: "Origins and Evolution of the Etruscans’ mtDNA" pubblicato su Plos One

Tra gli abitanti di Volterra e del Casentino si trovano ancora DNA identici a quelli degli Etruschi di 2500 anni fa. È uno dei risultati dello studio genetico pubblicato su Plos One: Origins and Evolution of the Etruscans’ mtDNA.
Lo firma il genetista dell'Università di Ferrara Guido Barbujani, insime a David Caramelli, Silvia Ghirotto, Francesca Tassi, Erica Fumagalli, Vincenza Colonna, Anna Sandionigi, Martina Lari, Stefania Vai, Emmanuele Petiti, Giorgio Corti, Ermanno Rizzi, Gianluca De Bellis.
La ricerca, realizzata in collaborazione con l’Istituto di tecnologie biomediche del Consiglio nazionale delle ricerche (Itb-Cnr) di Milano, dimostra che gli Etruschi non venivano dall’Anatolia, come sosteneva Erodoto, ma erano una popolazione stanziata da tempo in Italia, come aveva intuito Dionisio di Alicarnasso.
Dalla comparazione tra DNA antichi (30 di Etruschi e 27 di individui vissuti nel Medioevo) e moderni (370 Toscani) e come risultato di milioni di simulazioni al calcolatore, è risultato evidente il legame tra gli Etruschi e gli abitanti odierni della valle del Casentino e della cittadina di Volterra.

«Leggere nel Dna di persone così antiche - spiega Guido Barbujani - è difficile. I pochi Dna finora disponibili non permettevano di dimostrare legami genealogici fra gli Etruschi e i nostri contemporanei. Lo scorso anno, il gruppo fiorentino di David Caramelli, è riuscito a studiare un numero maggiore di reperti ossei; così ci siamo resi conto che comunità separate da pochi chilometri possono essere geneticamente molto diverse fra loro e abbiamo visto come l’eredità biologica degli Etruschi sia ancora viva, anche se in una minoranza dei toscani. Il confronto con Dna provenienti dall’Asia dimostra che fra l’Anatolia e l’Italia ci sono state sì migrazioni, ma che sono avvenute migliaia di anni fa, nella preistoria, e quindi non hanno rapporto con la comparsa della civiltà etrusca nell’VIII secolo avanti Cristo. Viene così smentita l’idea di un’origine orientale degli Etruschi, ripresa alcuni anni fa, da studi genetici che però si basavano solo su Dna moderni».
Per Ermanno Rizzi, ricercatore dell’Itb-Cnr: «Questo risultato è stato possibile grazie ad un approccio multidisciplinare. L’applicazione di tecnologie di sequenziamento di nuova generazione, Next Generation Sequencing, nell'ambito della paleogenetica ha permesso di recuperare informazioni genetiche da molecole di Dna di campioni più antichi di 2000 anni. Tale approccio a elevata risoluzione e resa, ci ha consentito di discriminare le molecole endogene del Dna mitocondriale dei campioni etruschi, che come altri reperti antichi, oltre ad essere molto degradati, hanno un quantitativo molto scarso di materiale genetico informativo, che si aggira attorno al 1-5% del Dna totale».
Le nuove analisi su campioni antichi delle Università di Ferrara e Firenze rispondono a domande sull’origine biologica e sulla sorte degli Etruschi, mentre lasciano aperte alla ricerca archeologica tutte le questioni riguardanti la cultura di questo popolo, la sua affermazione e il suo declino.


Andrea Mameli www.linguaggiomacchina.it 7 Febbraio 2013 
 
Dna, sono gli ogliastrini i più simili ai nuragici (L'Unione Sarda, 12 gennaio 2010) 
Homo Sapiens di Sardegna, dimmi, da dove vieni? (L'Unione Sarda, 5 luglio 2006)

Commenti

Alberto Palmucci ha detto…
Alberto Palmucci

POSSIBILI MIGRAZIONI DALL'ANATOLIA

Il fatto che l’equite dei genetisti abbia risconrato che la correlazione fra il DNA degli attuali Toscani e degli attuali Turchi possa risalire ad una migrazione avvenuta dall’Anatolia in Europa 7.600 anni fa (in epoca neolitica), non può scientificamente escludere che siano avvenuti scambi di gruppi di persone fra Italia centrale tirrenica ed Anatolia negli ultimi secoli del secondo Millennio a.C. come infatti sostengono le tradizioni greche e romane e come oggi confermano alcuni dati archeoligici. Per es., a Lesbo e a Troia si trovano alcune tazze con manici a corna di lumaca d’imitazione italica, mentre in tutta Italia, compresa quella tirrenica (valle del Mignone “futura lucumonia di Tarquinia) si trovano ceramiche micenee e manufatti provenienti dal Vicino Oriente . Vedi al momento il saggio di A. Palmucci, “Virgilio, Erodoto e il DNA degli Etrusch” sul nr. 62/63 di “Aufidus” (Dipartimento di Scienze dell’Antichità dell’Università d Bari; Dipartimento di Studi del Mondo Antico dell’Università di Roma Tre), Vedi pure . C’è poi fatto che quella migrazione avvenuta dall’Anatolia in Europa nel neolitico dovrebbe implicare che oggi una buona parte di Europei mantenga nei riguardi dei Turchi un valore di DNA pari a quello che mantengono gli attuali Toscani. La preminenza che ha il DNA toscano dovrebbe scientificamente implicare che dopo il neolitico ci furono ulteriori contatti. Vedi pure il sito www.originietruschi.it.

Alberto Palmucci
Unknown ha detto…
Palmucci, la smetta di rendersi ridicolo!

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