Scosse e riscosse. Disegnare e raccontare può aiutare a elaborare i traumi causati dal terremoto

Scosse e riscosse è un bellissimo volume pubblicato dalla casa editrice Ericksonn nel 2010. Il libro, frutto di una brillante iniziativa della Fondazione Marilena Ferrari: "L’Officina Adamo da Rottwei", un laboratorio che ha coinvolto alcuni studenti dell'Aquila, assistiti dai maestri artigiani che lavorano per la Casa editrice d’arte Marilena Ferrari-FMR e da un gruppo di psico-pedagogisti coordinati da Marco Dallari (docente di Pedagogia generale all’Università di Trento).
In questo modo i bambini abruzzesi reduci dal terremoto del 2009 sono stati aiutati a superare i traumi attraverso la produzione di storie e di immagini.
Il senso dell'operazione lo spega Marco Dallari, curatore del volume: «La produzione di narrazioni e di immagini, la raccolta e la conservazione di reperti e frammenti di memoria, il rendersi conto di essere in grado di raccontare e commentare ciò che è accaduto, condenendo e controllando l'emozione, trasforma il dramma in una risorsa dolorosa, ma anche preziosa, di esperienza, di uno strumento di rinascita e di crescita individuale e collettiva. I musei dell'Olocauto,  le poesie e i romanzi di guerra, il Vajont raccontato da Marco Paolini, Guernica di Picasso, Apocalypse Now di Francis Ford Coppola, ma anche le foto e gli oggetti conservati dalle persone defunto che vengono guardati insieme e commentati da amici e familiari per accettare la morte e, come si può, farne tesoro, sono proprio questo: esperienze di elaborazione, a volte più intime, a volte più allargate e collettive.»
Marilena Ferrari, scomparsa a Bologna il 25 Dicembre 2012, così descriveva i concetti alla base del progetto "ri-scossa": «In situazioni di emergenza e di dolore si rischia spesso di dimenticare quesi aspetti dell'esistenza umana, ritenendo, a torto, che arte e bellezza siano quasi un lusso e che ci siano questioni più urgenti - e giustamente - da risolvere. Tuttavia, a nostro parere, il valore e la qualtà della vita personale devono restare legati alla gioia dello sguardo e alla volontà di "fare bene" in maniera creativa per non deprimersi o rassegnarsi, ma per continuare ad avere voglia di vivere e di ricostruire.»

Andrea Mameli, Linguaggio Macchina, 3 Settembre 2016






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