Il Tablet delle regole di Italiano, il manuale di sopravvivenza grammaticale di Anna Rita Vizzari
Ricordo che quando frequentavo le medie mia mamma (maestra elementare) alla fine di ogni anno scolastico mi regalava un volumetto "compiti per le vacanze estive". Ricordo che questo dono mi piaceva. Non so se questi libretti esistono ancora, ma sicuramente oggi mi sarebbe piaciuto ricevere il “Tablet delle regole di Italiano” (Erickson, 2019, 215 pagine, 15,90 €). Ma c'è davvero bisogno di un manuale di sopravvivenza grammaticale per studenti delle scuole medie? Evidentemente sì, se Anna Rita Vizzari (insegnante, formatrice, innovatrice e scrittrice) ha sentito la necessità di scriverlo. Secondo me questo libro può essere utile a tutte le persone che, non avendo particolari competenze grammaticali oltre quelle apprese nella scuola dell’obbligo, desiderano approfondire.
Anna Rita mi ha concesso una breve ma significativa intervista: è bello carpire qualche retroscena della scrittura direttamente dall'autrice.
Questo strumento è dedicato a studentesse e studenti delle scuole medie, le secondarie di primo grado. In che modo possono farne buon uso?
«Prima del Tablet e del suo predecessore, l’“Astuccio delle regole di italiano” per la Primaria (con co-autrice la maestra toscana Nicoletta Farmeschi), pubblicavo libri che alternavano parti teoriche e parti pratiche, con esercizi. Invece, l’Astuccio e il Tablet sono costituiti soltanto dalla parte teorica e si propongono come dei prontuari, dei libri da consultazione, che presentano in modo visuale i diversi argomenti, spesso proponendo visioni sinottiche utili per i confronti. Il buon uso è costituito dalla consultazione delle schede in due modalità: o secondo l’ordine lineare progressivo delle pagine del libro stesso, o a seconda della specifica esigenza. Mia madre insegnava - anche lei - Lettere alle “Medie” (all’epoca si chiamavano così) e ha sempre avuto la casa piena di libri di testo, sfogliando i quali trascorrevo ore e ore. Facevo compiti non richiesti, confrontavo, assimilavo: sicuramente questa cosa mi ha dato un imprinting. Ricordo che amavo particolarmente un eserciziario intitolato "Schede autocorrettive di ortografia, grammatica, abilità lessicale" (di Giovanna Barbieri Editore Loescher), sul quale trascorrevo le ore intorno ai 10-11 anni. Con la Erickson pubblico dal 2007 ma soltanto il primo libro (Laboratorio archeologia) era frutto di una mia idea/proposta: tutte le pubblicazioni successive sono state il risultato di proposte fattemi dall’Editore, sulla base delle esigenze delle utenze e/o di mercato, immagino. L’ultima pubblicazione è un escape book grammaticale. La cosa curiosa è che come autrice scrivo di grammatica mentre come formatrice ho inventato un percorso sulle escape room didattiche, ma l’idea dell’escape book grammaticale, facendo 2 + 2, è venuta alla Erickson.»
Attribuire a un libro il titolo di “Tablet” è una provocazione o una necessità?
«È il frutto di un brainstorming telefonico con la capo-redattrice, Nicoletta Rivelli. Avevamo già pubblicato l’“Astuccio delle regole di Italiano” e pensavamo alla versione per la secondaria di 1° grado (che è l’ordine in cui insegno); Nicoletta mi descrisse il formato e le dimensioni che avrebbe avuto il libro e io esclamai: “Possiamo chiamarlo tablet delle regole di italiano!”. Era un paradosso in quanto si trattava di un tablet cartaceo. Abbiamo applicato lo scheumorfismo digitale al contrario: con la grafica scheumorfica si portano nel digitale gli oggetti reali, con il Tablet abbiamo portato nel reale una metafora digitale. Il titolo piacque anche se prima uscì il Tablet delle regole di matematica! Questo è il vero retroscena!»
Andrea Mameli, blog Linguaggio Macchina, 17 Maggio 2020
Anna Rita mi ha concesso una breve ma significativa intervista: è bello carpire qualche retroscena della scrittura direttamente dall'autrice.
Questo strumento è dedicato a studentesse e studenti delle scuole medie, le secondarie di primo grado. In che modo possono farne buon uso?
«Prima del Tablet e del suo predecessore, l’“Astuccio delle regole di italiano” per la Primaria (con co-autrice la maestra toscana Nicoletta Farmeschi), pubblicavo libri che alternavano parti teoriche e parti pratiche, con esercizi. Invece, l’Astuccio e il Tablet sono costituiti soltanto dalla parte teorica e si propongono come dei prontuari, dei libri da consultazione, che presentano in modo visuale i diversi argomenti, spesso proponendo visioni sinottiche utili per i confronti. Il buon uso è costituito dalla consultazione delle schede in due modalità: o secondo l’ordine lineare progressivo delle pagine del libro stesso, o a seconda della specifica esigenza. Mia madre insegnava - anche lei - Lettere alle “Medie” (all’epoca si chiamavano così) e ha sempre avuto la casa piena di libri di testo, sfogliando i quali trascorrevo ore e ore. Facevo compiti non richiesti, confrontavo, assimilavo: sicuramente questa cosa mi ha dato un imprinting. Ricordo che amavo particolarmente un eserciziario intitolato "Schede autocorrettive di ortografia, grammatica, abilità lessicale" (di Giovanna Barbieri Editore Loescher), sul quale trascorrevo le ore intorno ai 10-11 anni. Con la Erickson pubblico dal 2007 ma soltanto il primo libro (Laboratorio archeologia) era frutto di una mia idea/proposta: tutte le pubblicazioni successive sono state il risultato di proposte fattemi dall’Editore, sulla base delle esigenze delle utenze e/o di mercato, immagino. L’ultima pubblicazione è un escape book grammaticale. La cosa curiosa è che come autrice scrivo di grammatica mentre come formatrice ho inventato un percorso sulle escape room didattiche, ma l’idea dell’escape book grammaticale, facendo 2 + 2, è venuta alla Erickson.»
Attribuire a un libro il titolo di “Tablet” è una provocazione o una necessità?
«È il frutto di un brainstorming telefonico con la capo-redattrice, Nicoletta Rivelli. Avevamo già pubblicato l’“Astuccio delle regole di Italiano” e pensavamo alla versione per la secondaria di 1° grado (che è l’ordine in cui insegno); Nicoletta mi descrisse il formato e le dimensioni che avrebbe avuto il libro e io esclamai: “Possiamo chiamarlo tablet delle regole di italiano!”. Era un paradosso in quanto si trattava di un tablet cartaceo. Abbiamo applicato lo scheumorfismo digitale al contrario: con la grafica scheumorfica si portano nel digitale gli oggetti reali, con il Tablet abbiamo portato nel reale una metafora digitale. Il titolo piacque anche se prima uscì il Tablet delle regole di matematica! Questo è il vero retroscena!»
Andrea Mameli, blog Linguaggio Macchina, 17 Maggio 2020
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