Un lamento doloroso, di fronte al mare immobile, accanto a ruderi che sfidano il tempo. The last lamentation a Nora

Un lamento incessante, ossessivo, doloroso. Di fronte a un mare immobile. Accanto a ruderi di una civiltà perdura, che sfidano il tempo.


Un lamento che rappresenta tutti i lamenti del mondo. I pianti, il dolore. 

Un gruppo di donne camminano lente sorprendendo l'immobilità dei ruderi romani. L'aria è invasa da un rumore fatto di ronzii, fruscii, poi pian piano si sente un rimbombare che si ripete, insieme a un lamento sempre più forte, con parole indistinte.
Le donne salgono sui ruderi dell'anfiteatro romano, rivolgono lo sguardo al mare, dando le spalle al pubblico. L'orizzonte è il proscenio. Il rumore si fa assordante. 


Le donne sollevano le mani. Salutano qualcuno in lontananza?

Poi le mani cadono sui fianchi e sollevano lentamente il velo nero che sembra la vela di una barca antica.


Il velo nero poi finisce per ricoprire la testa. Le donne si radunano e continuano a guardare il mare.


Il suono in sottofondo invade ancora l'aria.

THE LAST LAMENTATION di Valentina Medda
con Marianna Murgia – vocalist
sound artist Gaspare Sammartano
performers: Manuela Bernardi, Sara Broi, Manuela Manca, Paola Marongiu, Daniela Mormile, Carla Orrù, Raffaelangela Pani, Giovanna Rita Pau
costumi Filippo Grandulli
ideazione, drammaturgia e regia Valentina Medda
produzione ZEIT Art Research
con il sostegno del Ministero della Cultura FNSV e della Fondazione di Sardegna
distribuzione Valentina Medda
Il progetto, realizzato nell’ambito del programma Italian Council (2022) a cura di Maria Paola Zedda, dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, con il sostegno di Stronger Peripheries - A Southern Coalition, è promosso da ZEIT con Sardegna Teatro, Flux Factory, Museo MAN di Nuoro, Viernulvier.

La potenza del gesto, del suono e della voce in The Last Lamentation, primo studio performativo nello scenario incantato del Golfo degli Angeli (27 giugno 2023)


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