Marta, astronoma per caso e la sua scoperta da Nobel (Avvenire, 28 ottobre 2006)
È diventata astronoma per caso («Ho seguito il consiglio della mia migliore amica del liceo») ma nel 2003, quando era impegnata nella tesi di dottorato, ha compiuto una scoperta eccezionale. Marta Burgay, valdostana, 29 anni, racconta così la sua impresa: «Il mio lavoro di dottorato consisteva nello scandagliare una sezione del cielo australiano con il radiotelescopio di Parkes, alla ricerca di nuove pulsar. L'analisi dell'enorme mole di dati, frutto di 85mila puntamenti, era interamente nelle mie mani». Il primo articolo scientifico sulla doppia pulsar; firmato da Marta Burgay insieme a Nichi D'Amico e Andrea Possenti (INAF e Università di Cagliari), è comparso su «Nature» nel 2003, risultando tra i più citati in altri lavori scientifici nell'anno seguente. E ha fruttato ai tre il premio «Cartesio 2005». L'importanza della scoperta va oltre l'astrofisica: la doppia pulsar consente di mettere alla prova, per la prima volta, la teoria della Relatività Generale, formulata da Albert Enistein nel 1915. E l'ultimo lavoro degli astrofisici di Cagliari (che sarà pubblicato sul prossimo numero di Science) la conferma con un'incertezza dello 0,005%. Marta Burgay, che dal 2004 ha scelto di vivere in Sardegna, in dicembre sarà insignita del «Junior Scientist Prize in Astrophysics» riconoscimento assegnato dall'Unione internazionale della fisica pura e applicata ai giovani ricercatori di astrofisica.
Andrea Mameli
Avvenire, 28 ottobre 2006
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