Giù le barriere: quest'estate tutti al mare (L'Unione Sarda, Cultura, 3 dicembre 2009)

Nella “giornata della disabilità” libri e saggi che analizzano i progressi della società
barriere Esistono ricorrenze e celebrazioni per le quali si stenta a trovare un senso e una reale utilità. Al contrario, giornate come quella del 3 dicembre, dedicata alle persone con disabilità, sono doverosamente appuntate sul calendario per ricordarci che anche se molta strada è stata fatta, tanta è ancora da percorrere. In termini educativi e culturali, certo, ma anche legislativi e organizzativi, in una parola: civiltà. Pensiamo, per un Paese come l'Italia, ai progressi compiuti nell'abbattimento delle barriere architettoniche e informatiche. Ma pensiamo invece ad altri elementi indispensabili a compiere questo cammino come il “nomenclatore tariffario” e gli “insegnanti di sostegno”.
Il primo è lo strumento che permette l'adozione, a spese delle Asl, di quegli ausili tecnologici che rendono possibile la comunicazione e l'istruzione: è datato 1999 e sappiamo quanti progressi sono stati compiuti dall'informatica in 10 anni.
I secondi rappresentano un elemento tanto prezioso per la scuola quanto massacrato dai tagli, a ogni finanziaria.
Un recentissimo libro dalle edizioni Erickson, I diritti delle persone con disabilità (di Paola Baratella e Elena Littamè) aiuta, attraverso esperienze e buone pratiche, a capire e a promuovere la Convenzione Internazionale dell'Onu sui diritti delle persone con disabilità, evidenziando che, in fondo, è sempre l'agire quotidiano a costituire la base autentica dell'inclusione.
Ma anche leggendo Tutti al mare. Subacquea e disabilità in Sardegna, dell'editrice cagliaritana CUEC, si scopre qualche buona notizia. Il volume, scritto da Vittorio Gazale (ecologo marino esperto di accessibilità marina), Aldo Torti (istruttore subacqueo per persone con limitazioni fisiche) e Claudia Porcu (economista, esperta di turismo accessibile) affronta una storia a lieto fine: l'apertura del mare ai disabili. Anna Pani autrice dell'introduzione al volume e presidente della cooperativa Golfo degli Angeli di Cagliari, commenta: «La collettività ha tratto giovamento da questa integrazione, che nei primi anni suscitava curiosità e interesse: facilitando l'integrazione dell'utenza disabile, anziché creare stazioni balneari protette, Cagliari ha dato un ottimo esempio di civiltà».
ANDREA MAMELI

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