31 dicembre 2010

Bindi "Jungle Girl" Irwin sulle orme del padre Steve (Crocodile Hunter)

Bindi Irwin Seguiva il padre, Steve "Crocodile Hunter" Irwin, nelle sue spettacolari imprese a contatto con serpenti e coccodrilli (imprese che gli sono costate la vita: il 4 settembre 2006 è rimasto ucciso durante un incontro ravvicinato con una razza). Oggi Bindi Irwin ha 10 anni. Nel 2007 ha iniziato a condurre un documentario naturalistico per bambini per Discovery Kids: Bindi the Jungle Girl. La seconda serie del programma è stata prodotta dopo la morte di Steve.

30 dicembre 2010

Piccoli scienziati crescono

Blackawton La notizia è questa: venticinque bambini di 8, 9 e 10 anni della scuola elementare di Blackawton (Inghilterra) firmano un articolo per Biology Letters (rivista scientifica “peer-review” della Royal Society) insieme a un neuroscienziato del London University College.
Oggetto dello studio (intitolato “Blackawton bees”): il bombo e le sue capacità visive. Attraverso l'osservazione, la raccolta dei dati, la sperimentazione e la formulazione di spiegazioni, i bambini hanno sperimentato il metodo scientifico, hanno imparato e si sono divertiti.
"Abbiamo scoperto - spiegano i bambini nel paper, pubblicato il 22 dicembre - che i bombi possono usare una combinazione di colori e di relazioni spaziali per decidere il colore del fiore da raggiungere. Abbiamo anche scoperto he la scienza è divertente e simpatica perché permette di fare cose che nessuno ha mai fatto prima".
Ovviamente qui non si tratta di far crescere dei piccoli scienziati. Ma di allevare la capacità di credere nelle proprie forze e di imparare a scoprire i meccanismi che regolano il mondo. Scusate se è poco.
Per me è la notizia del 2010.
Andrea Mameli, Cagliari, 30 dicembre 2010 (linguaggiomacchina.it)

A new study published in Biology Letters represents a world first for scientific publishing

blackawton

29 dicembre 2010

Bambini lanciano nello spazio una patata vestita da Babbo Natale

patata nello spazio ptata spazio Landscove I bambini di una scuola elementare inglese (Landscove, Devon) hanno travestito una patata da Babbo Natale, l'hanno inserita in un piccolo "shuttle" costruito con una bottiglia di plastica da due litri e altri materiali poveri, hanno poi collegato la slitta-razzo (chiamata Spudnik2) a un pallone gonfiato con elio. Per documentare l'impresa i bambini hanno collocato una una piccola telecamera accanto allo Spudnik2. L'impresa non consisteva nel raggiungere lo spazio vero e proprio (80 mila metri di quota): 27 mila sono stati più che sufficienti. La Spudnik2 è ridisceso a terra con un paracadute e circa 200 chilometri dal punto del lancio. Un'esperienza di tutto rispetto. Potato launched into space (The Telegraph, Tuesday 28 December 2010).

28 dicembre 2010

Macchina quantistica e cellule sintetiche il top della ricerca 2010 (L'Unione Sarda, 28 dicembre 2010)

macchina quantistica Dal 1996 la rivista Science stila la classifica delle scoperte più importanti: “Breakthrough of the Year”. Il primo anno la scelta cadde sulle ricerche dedicate alla comprensione dell'HIV, nel 1997 fu la volta della pecora Dolly, nel 2000 toccò al sequenziamento del genoma umano e nel 2004 all'acqua su Marte. Per il 2010 la scelta è caduta sulla prima “macchina quantistica”. Di cosa si tratta? Fino a oggi il comportamento degli oggetti realizzati da mani umane è sempre stato quello previsto dalle leggi della fisica newtoniana. In altre parole tutto ciè che è visibile rispetta fedelmente la meccanica classica. Ma sul numero di marzo di Nature è comparso un articolo firmato da un gruppo di fisici dell'Università della California di Santa Barbara, in cui si descrive l'esperimento che apre un nuovo scenario di ricerca. I ricercatori hanno costruito una piccola asta piezoelettrica, in grado quindi di cambiare forma e spessore quando attraversata da correnti elettriche. L'asticella, lunga appena 30 micrometri (metà dello spessore di un capello) è stata battezzata “quantum drum": si comporta come un piccolo oscillatore meccanico e vibra con le microonde. Hanno poi costruito un minuscolo anello di materiale superconduttore, il "qubit di fase" (qubit è un termine utilizzato per i transistor dei computer quantistici) in grado di assumere due livelli possibili di energia: uno basso e uno alto. Stuzzicando il circuito con le microonde i fisici californiani sono riusciti a trasferire dei quanti di energia dal qubit all’oscillatore e viceversa e quando raffreddato in prossimità dello zero assoluto (temperature vicine ai 273°C sotto zero) il sistema risponde alle previsioni dalla meccanica quantistica: le oscillazioni non hanno stati intermedi. In un ulteriore esperimento gli scienziati hanno trovato ulteriori conferme alla natura quantistica del fenomeno: nello stesso istante il sistema può essere visto fermo e in movimento. Il qubit e l'asticciola piezoelettrica hanno svolto il compito affidato al gatto di Schrödinger nel celebre esperimento mentale del 1935. Ma l'importanza dell'esperimento di Santa Barbara non si ferma al, pur significativo, valore concettuale: gli stessi fisici che sembrano compiere giochi bizzarri sono impegnati nella costruzione dei calcolatori quantistici. La nuova frontiera dei supercomputer si sposta, come previsto nel 1982 dal Nobel per la Fisica Richard Feynman, verso la frontiera tra il mondo del visibile e quello subatomico. Dietro la macchina quantistica troviamo la biologia sintetica, con la prima cellula creata in laboratorio. Su Science di maggio il pioniere della “vita artificiale”, Craig Venter, ha annunciato il trasferimento di un patrimonio genetico sintetico dentro una cellula batterica privata del proprio Dna. Lo scopo? Generare alghe adatte alla produzione di biocarburanti. Al terzo posto il primo sequenziamento del Dna nucleare dell'uomo di Neandertal, poi altre scoperte legate alla genomica e alla fisica quantistica e alle origini delle malattie rare. Science non avanza previsioni per il 2011 ma è ragionevole pensare che la parte del leone la faranno ancora una volta le scoperte genomiche e la fisica quantistica. Sempre che dal CERN di Ginevra non giunga qualche grossa sorpresa scientifica. LHC docet. 
ANDREA MAMELI 
(L'Unione Sarda, 28 dicembre 2010, pagina 37, Cultura)


27 dicembre 2010

In this house, we obey the laws of thermodynamics!

perpetualmachine simpson Homer: I'm worried about the kids, Homie. Lisa's becoming very obsessive. This morning, I caught her trying to dissect her own raincoat.
Marge: I know! And this perpetual motion machine she made today is a joke. It just keeps going faster and faster.
Homer: And Bart isn't doing very well, either. He needs boundaries and structure. There's something about flying a kite at night that's so unwholesome.
Bart: Hello, Mother Dear.
Homer: That's it! We have to get them back to school!
Marge: I'm with you, Marge. Lisa, get in here!
Robot 1: Hehehehe.
Marge: In this house, we obey the laws of thermodynamics!

Previsioni spaziali, da qui al 2040

space prevision
Space Predictions Through 2040 timeline created by Mielle Sullivan on Aug 5, 2008

26 dicembre 2010

Fare luce grazie alla luce.

Credit: Ed Ou/The New York Times Caricare un cellulare può essere un problema se non si è connessi alla rete elettrica. Credit: Ed Ou/The New York Times Ma può bastare un pannello solare, con annesso sistema di accumulo, per conferire l'energia elettrica che serve per usare il telefono e per illuminare la casa. A Kiptusuri, in Kenya, Sara Ruto era costretta a compiere un viaggio di complessive 4 ore per poter ricaricare la batteria del cellulare. Finché, come racconta Elisabeth Rosenthal sul New York Times del 24 dicembre, non ha acquistato un kit da 80 dollari con un bel pannello fotovoltaico e le batterie: Beyond fossil fuels. African Huts Far From the Grid Glow With Renewable Power.
Le Nazioni Unite stimano in un miliardo e mezzo la popolazione del pianeta priva di allaccio alla rete elettrica, compresi l'85% dei keniani. La soluzione ideale si sta rivelando essere proprio la generazione distribuita di energia (fotovoltaico per i bisogni elettrici e forni solari per il riscaldamento dell'acqua e la cucina).

Grazie a Giovanni Santoboni per la segnalazione dell'articolo del New York Times.
Andrea Mameli

24 dicembre 2010

Un calendario 2011 per la Scienza

Molecularlab claendar
12 mesi di scienza: il portale di divulgazione scientifica MolecularLab.it ha chiesto, per il quinto anno, a ricercatori e aziende del settore biotecnologico di inviare immagini che ritraggono la vita di laboratorio, la microbiologia, la ricostruzione di modelli 3D di proteine e la biologia molecolare. Il risultato è un bellissimo calendario, scaricabile gratuitamente in versione mensile e annuale.

23 dicembre 2010

Picco del petrolio vicino o lontano?

world energy outlook Nel novembre 2009 l'Agenzia internazionale per l'energia (Aie) dei paesi Ocse ha presentato il rapporto "World energy outlook 2008" (Weo2008). Secondo il rapporto il picco del petrolio estratto dai giacimenti in attività è già stato raggiunto, mentre il picco globale potrebbe essere rimandato oltre il 2030 a patto che si estragga con tecniche che richiedono spese maggiori: ventiseimila miliardi di dollari. La produzione globale oggi arriva a circa 85 milioni di barili al giorno (il medesimo livello del 2004).

Nel rapporto 2009 (presentato il 9 novembre 2010) World Energy Outlook 2010 leggiamo: «Nello Scenario Nuove Politiche, la produzione complessiva non raggiunge il picco entro il 2035, anche se vi si avvicina. Nello Scenario 450, invece, una domanda petrolifera più debole comporta che il picco di produzione venga raggiunto poco prima del 2020, a 86 mb/g, per poi cedere il passo ad una riduzione sostenuta. Di conseguenza, i prezzi del greggio previsti in questo scenario risultano essere molto più bassi. Il messaggio è chiaro: se i governi agissero in modo più incisivo di quanto attualmente programmato per promuovere un uso più efficiente del petrolio e lo sviluppo delle alternative, allora la domanda petrolifera potrebbe iniziare a rallentare entro un orizzonte temporale limitato, e di conseguenza il picco produttivo sarebbe raggiunto presto. Questo picco non sarebbe determinato da scarsezza di risorse. Ma se i governi non faranno nulla o poco più di quanto stiano attualmente facendo, la domanda continuerà ad aumentare, i costi cresceranno e il peso economico del consumo di petrolio aumenterà, così come la vulnerabilità ad impreviste crisi di offerta e l’ambiente nel suo complesso verrà seriamente danneggiato».

«Il paradigma della crescita non supererà il picco del petrolio» (Il sole 24 ore, Luca Salvioli, 3 settembre 2009)

It's official: The economy is set to starve. Part I: It's the End of the Oil As We Know It... Part II: Scouring the Globe for Fuel
Part III

Has Peak Oil Arrived? (Nasdaq, 20 luglio 2010, Brendan Coffey)

I migliori libri di scienza per bambini del 2010 (by Smithsonian Magazine)

libri bambini
fibonacci L'elenco, stilato dalla rivista statunitense Smithsonian Magazine riguarda volumi usciti nel 2010 di cui (forse) qualcuno sarà tradotto in italiano nel 2011.
La lista comprende: Adventure Beneath the Sea (testi di Kenneth Mallory, fotografie di Brian Skerry), Blockhead: The Life of Fibonacci (di Joseph D’Agnese, illustrato da John O’Brian), Every Bone Tells a Story (di Jill Rubalcaba e Peter Robertshaw), How the World Works (di Christiane Dorian, con i disegni di Beverley Young), Ocean Soup: Tide-Pool Poems (scritto da Stephen R. Swinburne e illustrato da Mary Peterson), Why Do Elephants Need the Sun? (di Robert E. Wells).

22 dicembre 2010

Onorevole ignorante

wired Quattro video di Wired Italia con interviste a onorevoli parlamentari italiani.
[1] Onorevole Web: cosa è Facebook?
[2] Onorevole Web: Steve Jobs, chi è costui?
[3] Onorevole Web: Auto elettrica o ibrida? Bho...
[4] Onorevole Web: Il digital divide va sconfitto? Se lo dice lei
A qualcuno l'operazione non è piaciuta. Come il blog Kobayashi [“Onorevole Web”, quando a Wired piace vincere facile (vestendosi da Le Iene)]: "non ho nulla contro Wired, ma il tiro al politico appare proprio come un mezzuccio da quattro soldi (per di più nemmeno originale nella forma) al quale il team di Riccardo Luna può tranquillamente rinunciare".

Io non avrei posto domande su specifici prodotti commerciali ma interrogativi legati a temi di scienza e tecnologia.
Però l'idea di scandagliare il livello di conoscenza dei politici mi piace molto. Non per sbeffeggiare, ma per capire chi ci rappresenta in Parlamento.
Preferisco comunque lo strumento dell'intervista ai candidati, ovvero a coloro che ancora non sono stati selezionati dal voto popolare. Meritocrazia? Forse.
Sicuramente sottoporrei a indagine periodica (come le visitie mediche obbligatorie al lavoro) coloro che hanno dei ruoli istituzionali, per capire se chi ricopre un incarico possiede vere e misurabili competenze oppure se altre forze lo hanno spinto in quella posizione...
Voi che ne pensate?

Sarà un anno quantistico?

paletta quantistica Fino a oggi tutti gli oggetti creati da mani umane si sono mossi in accordo con la meccanica classica. Ma forse entro il 2011 avermo qualche bella sopresa (o almeno avremo una discreta probabilità di averla)... I presupposti ci sono: nel marzo scorso un gruppo di ricercatori del dipartimento di fisica dell'Università della California di Santa Barbara hanno annunciato un esperimento di scala quantistica a livello (quasi) visibile: (Quantum ground state and single-phonon control of a mechanical resonator, Nature, Published online 17 March 2010). I ricercatori hanno preso una paletta metallica lunga appena 30 micrometri (metà dello spessore di un capello) chiamata dagli autori “quantum drum", che in realtà è un piccolo oscillatore meccanico in grado di vibrare a frequenze dell'ordine delle microonde, e lo hanno accoppiato (in senso fisico) con un bit quantistico (qbit): un circuito elettrico superconduttore che obbedisce alle leggi della meccanica quantistica. Questa sarebbe la prima chiara dimostrazione di una legge quantistica applicata al movimento di oggetti del mondo visibile. Tanto che qualcuno ha visto una diretta associazione con il celebre esperimento mentale di Schrödinger (il paradosso del gatto di Schrödinger) con la paletta al posto del gatto e il qubit in luogo della sostanza radiottiva che provoca il (probabile) decesso del felino.
Se vi sembra una notizia bizzarra sappiate che questa scoperta è in cima alla classifica delle news scientifiche più importanti dell'anno che si sta chiudendo ("The Breakthroughs of 2010") stilata dall' American Association for the Advancement of Scienc. E l'editoriale dell'ultimo numero di Science - Is the Frontier Really Endless? - spiega il perché di questa scelta.
Non azzardo una profezia ma pongo una domanda: sara il 2011 un anno quantistico?
PS Lunga vita ai gatti!
Andrea Mameli linguaggiomacchina.it
Cagliari, 22 dicembre 2010

20 dicembre 2010

The Secret to Turning Consumers Green


The Secret to Turning Consumers Green (The Wall Street Journal, OCTOBER 18, 2010, Stephanie Simon)
Energy efficiency - with a digital smile (CNN, dec. 3, 2010, John D. Sutter)
Risparmiare energia per emulazione (Il Post, 18 OTTOBRE 2010, Elena Favilli): "Negli Stati Uniti la OPower – un’azienda che fornisce software progettati per favorire il risparmio energetico – ha recentemente lanciato un tipo di bolletta che oltre a informare le persone sui consumi della propria abitazione e a confrontarli con quelli dei mesi e degli anni precedenti, li confronta anche con quelli dei vicini di casa. In questo modo le persone possono vedere a colpo d’occhio la loro posizione in classifica rispetto ai loro vicini e se sono migliorati trovano uno smile all’interno della bolletta. La OPower conferma che le case che ricevono abitualmente questo tipo di comunicazione mostrano una riduzione dei consumi energetici in media del 2 percento. Un valore che per quanto piccolo se preso singolarmente, diventa estremamente rilevante se moltiplicato su una scala di milioni di case."

13 dicembre 2010

Inferenza di reti biologiche: CRS4 e Linkalab ai primi posti nella classifica "DREAM5"

poster CRS4-LINKALAB Dentro la complessità delle reti geniche. Prestigioso risultato per due gruppi di ricerca operanti in Sardegna.
I gruppi di ricerca del CRS4 e del LinkaLab formati da Andrea Pinna, Nicola Soranzo, Vincenzo De Leo e Alberto de la Fuente hanno partecipato alla competizione DREAM5: Dialogue for Reverse Engineering Assessments and Methods organizzata in occasione della terza Conferenza internazionale "Systems Biology, Regulatory Genomics and Reverse Engineering Challenge" alla Columbia University di New York, dal 16 al 20 novembre 2010.
In questa competizione gruppi di ricerca di tutto il mondo partecipano presentando i propri algoritmi. Ai partecipanti vengono forniti i dati di un esperimento del quale devono predire i risultati, noti solo alla giuria. Quest'anno gli organizzatori hanno consegnato i dati di veri esperimenti biologici su batteri e lieviti e uno simulato al computer. Ogni inseme di dati conteneva le misurazioni ottenute in varie situazioni sperimentali: limitando o amplificando l'espressione di un gene, aggiungendo un farmaco oppure introducendo modifiche in una serie temporale.
Alberto de la Fuente, responsabile scientifico del gruppo congiunto CRS4-LinkaLab partecipa da tre anni a questa competizione (si è già classificato nei primi posti nel 2007 e nel 2009) e al CRS4 di Pula (Cagliari) si occupa proprio di sviluppare nuove metodologie per l'analisi integrata dei dati di espressione genica e di genotipizzazione (“systems genetics”) per l'interpretazione delle reti di geni, inoltre lavora all'identificazione delle reti geniche disfunzionali a partire dai dati di espressione genica di soggetti malati (“differential networking”). Spesso le malattie complesse dipendono infatti dall'alterata interazione tra set di geni e non semplicemente da cambiamenti occorsi in un singolo gene. Comprendere le dinamiche di queste interazioni può rappresentare un progresso significativo per la ricerca nel campo delle malattie complesse. Il principio alla base dell'inferenza di reti dalle osservazioni su larga scala - spiega de la Fuente consiste nello stabilire un relazione di causa-effetto tra i geni, utilizzando, per esempio, le perturbazioni di specifici geni e misurando quali di questi cambiano il loro livello di espressione. Questi geni sono legati a quelli perturbati da un rapporto causale. Si distingue poi tra relazioni di causa-effetto dirette e indirette. Il modello di rete risultante, una rete genica, consiste solo di connessioni che corrispondono a relazioni di causa-effetto di tipo diretto tra i geni".
Figura in alto: il poster che illustra il lavoro del team ALF Elucidating Transcriptional Regulatory Networks from heterogeneous gene-expression compendia.
Figura in basso (creata da Gianmaria Mancosu con il software Pajek): la configurazione 'bow-tie' della rete genica del lievito ottenuta dal gruppo di Bioinformatica del CRS4 dall'integrazione delle analisi di espressione genetica e dai dati genotipici
DREAM5

Bioinformatics Laboratory (CRS4)

12 dicembre 2010

Interview with Colin "No Impact Man" Beavan.

No Impact Family My interview with Colin Beavan.
Mr. Beavan, how did this all begin?
«In 2006, we had both the Iraq war and news of the melting of the polar ice caps. This was terribly depressing. On the one hand, we were fighting a war for the oil to power our corporatized way of life. On the other, we were melting the planet as a result of burning that oil for the same way of life. In between we had the way of life itself, which didn't seem to be making people happy. Americans are stressed. They work too much. 27 percent of us suffer from anxiety and depression. It just didn't seem like a way of life to fight a war and kill a planet for. So what if we could possibly discover a way of life that was both happier for the people and happier for the planet? That's what I wanted to discover».
Your book and your blog focuses on importance of choiches and related sacrifices, but also on happiness. Are you happy, living this experience?
«Our economy is predicated on the idea that the more "stuff" people have the happier they will be. So, we all work hard to get more stuff and, especially in the US, forget about the importance of our social relationships. That does not make us happy. During No Impact Man, my family and I got to think about our relationships since we were no consuming stuff. We hung out with our friends instead of in front of the television. That's what contributed to our happiness».
What was the most surprising thing you discovered during the year of “No Impact”?
«So much of what we did "for the planet" turned out to be better for us. We ate local food and our skin cleared up. We rode bikes and we lost our guts. We stopped wasting air conditioning and we saved more than a thousand. We stopped spending our time being consumers and ended up spending more time being friends and neighbors. This is true for the culture too. An American economy based on renewable energy and sustainable goods would keep poisons out of the air that we breathe and the water that we drink and provide a whole new job sector. What's good for the planet is good for the people».
What has been harder?
«Renouncing laundry machine was hardest!»
And now, all habits learned during the year of “No Impact” they surviving?
«It makes sense to eat food with no unpronounceable poison chemicals in it, so we prefer food from our trustworthy, local farmer. Rather than take a taxi to the gym so that we can then run in place on the treadmill, it makes sense to get our exercise as part of day by biking and walking. It makes sense to save money so we've cut our power consumption. What didn't make sense was washing our clothes by hand when there was no electricity! So that means that we must also work together to change the systems to ensure that our electricity and other needs are met sustainably. The point is not to deprive ourselves. The point is to make sure that the resources we use actually make people happy and that those resources are renewable».
What is the “No Impact Week”?
«The No Impact Week is a program of the non-profit I founded after my no impact year, the No Impact Project. The No Impact Week is an eight day carbon cleanse. It's an opportunity for people to discover for themselves what a difference lowering their impact can have not only for the planet, but for their own quality of life as well. Join us for our next No Impact Week, kicking off January 3rd, by registering here!»
Are there questions interviewers never ask that you wish they’d ask?
«No one asks me the purpose of life. My little girl Isabella knows the answer. If you ask her "Why are we alive?" She says, "To laugh." And if you ask her, "What responsibility do we have in our lives?" She says, "To make sure other people can laugh too." To me, it's all about laughing and joking and enjoying each other. But it's not enough just to be grateful for the gifts the universe has bestowed upon us. We must help the universe to bestow those gifts on others too».
Andrea Mameli, Cagliari (Sardinia, Italy) dec. 2010

Colin Beavan e famiglia: come vivere senza sprechi (L'Unione Sarda, 12 dicembre 2010)

impatto zero unione sarda 12 dicembre 2010 L'esperienza dell'ingegnere americano raccontata in un libro e in un video documentario. Colin Beavan e famiglia: come vivere senza sprechi. A tu per tu con l'autore di “Un anno a impatto zero”. «La cosa più difficile? Rinunciare alla lavatrice»
È possibile vivere a New York consumando il minimo indispensabile? Una famiglia ha provato a farlo e in un anno ha evitato di usare 2190 bicchieri di plastica, 2184 pannolini usa e getta, 1248 contenitori per cibi usa e getta, 572 sacchetti di plastica. Colin Beavan, laureato in Ingegneria elettronica all'Università di Liverpool, vive a New York con la moglie, la figlia e il cane. Scriveva libri di criminologia e di storia, ma un giorno, impressionato dalla quantità di rifiuti prodotti nella sua casa, ha pensato di limitare i consumi e di ridurre la produzione di rifiuti. L'esperienza - descritta nel best seller Un anno a impatto zero (Cairo Editore) - recentemente ha originato un interessante video documentario.
Mister Beavan, come è iniziato tutto questo?
«Nel 2006 avevamo la guerra in Iraq e le notizie dello sciglimento delle calotte polari. Uno scenario terribilmente deprimente. Da una parte stavamo combattendo una guerra per il petrolio e per il nostro stile di vita. Dall'altro stavamo fondendo il pianeta come risultato della combustione dei derivati del petrolio per il medesimo stile di vita. Nel mezzo avevamo lo stesso stile di vita, che non sembra rendere la gente felice. Gli americani sono stressati. Lavorano troppo: il 27% di noi soffre di ansia e depressione. Ecco, non mi sembra che per questo stile di vita si debba combattere una guerra e uccidere un pianeta. Allora, perché non cercare un modo di vivere più felice per la gente e per il pianeta? Questo è quello che volevo scoprire».
Il libro e il blog sottolineano l'importanza di scelte e sacrifici, ma parlano anche di felicità. Siete stati felici, durante l'esperienza?
«La nostra economia si basa sull'idea che più uno ha “roba”, più è felice. Così tutti lavoriamo molto per avere più cose e, specialmente negli Usa, dimentichiamo l'importanza delle relazioni sociali. Questo non ci rende felici. Durante l'esperienza “No Impact Man”, la mia famiglia e io abbiamo avuto modo di pensare alle nostre relazioni dato che non avevamo cose da consumare. A volte siamo usciti con i nostri amici invece che stare di fronte alla televisione. Questo è ciò che ha contribuito alla nostra felicità».
Qual è stata la sorpresa più grande durante l'anno “No Impact”?
«Molto di quel che abbiamo fatto per il pianeta si è rivelato buono anche per noi. Abbiamo mangiato cibo locale e siamo stati meglio. Abbiamo finito di spendere il nostro tempo come consumatori e abbiamo trovato tempo da dedicare a vicini di casa e amici. Ciò è vero anche per la cultura. Un'economia americana sostenibile, basata sulle energie rinnovabili, manterrebbe l'aria al riparo dai veleni che respiriamo e offrirebbe lavoro a molta gente. Quel che è buono per il pianeta è buono anche per le persone».
Cosa è stato più difficile?
«Rinunciare alla lavatrice».
E adesso cosa vi resta di questa esperienza? Cosa avete imparato e come vi state comportando?
«Fa una certa impressione mangiare cibo contenente veleni dal nome impronunciabile, così ora preferiamo cibo proveniente da fattorie locali di fiducia. Piuttosto che prendere un taxi per andare in palestra e poi correre stando nello stesso posto con il tapis roulant, preferisco fare dell'esercizio una parte della mia giornata, andando in bici o camminando. Il punto non è privare noi stessi di risorse. Il punto è fare in modo che le risorse che utilizziamo possano rendere felice la gente e che possano essere rinnovabili».
Cosa è la settimana “No Impact”?
«È un progetto dell'associazione che ho fondato dopo il mio anno senza impatto: “No Impact Project” - http://noimpactproject.org - è un'opportunità per la gente di scoprire che impatto può avere nelle loro vite il calo dei consumi».
Ci sono domande che nessuno vi ha posto ma avreste gradito ricevere?
«Nessuno mi ha chiesto nulla sullo scopo della vita. Mia figlia Isabella conosce la risposta. Se le chiedi “Perché siamo vivi?” lei risponde “Per ridere!”. E se le chiedi “Che responsabilità possiamo avere nelle nostre vite” lei ti dice “Per essere sicuri che possano ridere anche gli altri”. Per me tutto concerne la possibilità di ridere e scherzare e la capacità di apprezzarci reciprocamente. Non ci dobbiamo accontentare dei regali che l'universo ci ha fatto, ma dobbiamo aiutare l'universo a conferire quei doni anche agli altri».
ANDREA MAMELI

L'Unione Sarda, 12 dicembre 2010. Cultura.

08 dicembre 2010

Nuovi strumenti a basso costo per la cardiologia pediatrica sperimentati in Sardegna all'Ospedale Brotzu con la collaborazione del CRS4

Tumbarello CRS4 Brotzu cardiologia pediatrica Un sistema, economico e versatile, in grado di connettere specialisti di cardiologia pediatrica per un consulto di alto livello e riducendo i disagi di spostamento per i piccoli pazienti. Possiamo sinterizzare così i contenuti del Progetto REMOTE, presentato ieri a Cagliari.
REMOTE, acronimo di Risorse E Modelli Organizzativi in Telecardiologia, nasce dalla collaborazione tra la Struttura Semplice Dipartimentale di Cardiologia Pediatrica dell'Azienda Ospedaliera "Brotzu” di Cagliari (diretta dal cardiologo Roberto Tumbarello) e il Programma Healtcare Flows del CRS4 (Centro di Ricerca, Sviluppo e Studi Superiori in Sardegna) di Pula (Cagliari). Il progetto REMOTE, finanziato dalla Legge Regionale numero 7 del 7 agosto 2007 (Promozione della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica in Sardegna”), parte da una serie di constatazioni: innanzitutto in Sardegna le cardiopatie congenite hanno un'incidenza molto elevata: il 2% dei nati vivi, contro l'1% dei Paesi occidentali. In secondo luogo nell'isola esiste un solo centro di riferimento, il Brotzu di Cagliari, per raggiungere il quale da alcune zone, come l'Ogliastra e la Barbagia o le isole di San Pietro e La Maddalena, il tempo di percorrenza e il disagio per il viaggio spesso contrastano fortemente con le esigenze dei piccoli pazienti e delle loro famiglie. Il reparto di Roberto Tumbarello ogni anno visita mediamente 700 nuovi pazienti all'anno, un centinaio dei quali particolarmente urgenti. Considerando che una metà delle diagnosi non viene confermata, si evince che il trasferimento si sarebbe potuto evitare. Frexia CRS4 Brotzu
Così, contando sulle competenze e le tecnologie messe a disposizione dal CRS4, alcuni anni fa sono iniziati i primi collegamenti frequenti tra il Brotzu e un ospedale di Lanusei (distante circa 140 km da Cagliari) ora che la Regione ha concesso il finanziamento sarà possibile estendere la sperimentazione, coinvolgendo altre strutture sanitarie.
"Il prototipo - ha spiegato Francesca Frexia, ricercatrice del CRS4 - è stato costruito con strumenti a basso costo e fornirà un modello, tecnologico e organizzativo, per il nuovo sistema che svilupperemo nei prossimi 18 mesi".
"La Sardegna è l'unica regione italiana in grado di offrire servizi di teleconsulto cardiologico pediatrico in tempo reale da specialista a specialista basati su piattaforme aperte" - ha sottolineato Roberto Tumbarello - mentre i sistemi più avanzati, usati ad esempio in Canada, si basano su costosissime tecnologie proprietarie".

Andrea Mameli, 8 dicembre 2010

Brotzu e CRS4: una ricerca con il cuore. Nuovi fondi per il servizio di cardiologia pediatrica a distanza (linguaggiomacchina.it 9 aprile 2010)

06 dicembre 2010

Sardinian Sustainability Film Festival 2010

Sardinian Sustainability Film Festival Organizzato dai Comuni di Abbasanta e Norbello, insieme all’Associazione di Promozione Sociale Anima Libera, il Sardinian Sustainability Film Festival, è il primo concorso internazionale realizzato in Sardegna per film dedicati alla sostenibilità. Tematiche in concorso:
Sostenibilità ambientale (acqua, aria, energia, clima, biodiversità, uso del territorio, edilizia, smaltimento rifiuti), produzione e consumi (alimenti, beni materiali), sostenibilità sociale, cittadinanza attiva/passiva, solidarietà/competizione, comunicazione e relazioni interpersonali, avoro e diritti umani. Sezione speciale: film realizzati dalle scuole.
Il Sardinian Sustainability Film Festival si terrà a Norbello dall’11 al 14 dicembre e a Abbasanta dal 15 al 19 dicembre. Per informazioni: +39.3299291609 o +39.3406615257 o associazioneanimalibera@gmail.com

Trieste, 15 luglio 1999 miniere del Sulcis in cattedra

Sale in cattedra il tecnico industriale Giorgio Asproni di Iglesias
L'Unione Sarda 15 luglio 1999

Avviene oggi a Trieste nella sala conferenze della Sissa (Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati) dove verrà presentato il sito Internet Internet (nel nuovo anno scolastico diventerà un Cd-Rom) realizzato dagli alunni della Quarta B «Geotecnici» dell'istituto minerario. Il lavoro è parte integrante della tesi (relatori Michele Fabbri e Silvano Tagliagambe) del master in Comunicazione della Scienza di Andrea Mameli, cagliaritano, laureato in Fisica e ricercatore del CRS4 CRS4 (il Centro di ricerca, sviluppo e studi superiori in Sardegna, presieduto dal Nobel Carlo Rubbia Carlo Rubbia), vincitore del Premio Giornalistico Smau Smau (ottobre del 1998). Si tratta di unipertesto, interamente realizzato dai ragazzi dell'Asproni (coordinati dal vicepreside Benito Dessì) e corredato da alcune applicazioni multimediali e interattive realizzate al CRS4, dal titoloViaggio virtuale nel territorio minerario sardo. Questi alcuni contenuti del sito: storia dell'istituto Asproni, museo della miniera, gallerie sperimentali, filmati d'epoca e ricostruzioni virtuali (realizzate da Gianmauro Cuccuru e Corrado Monteverde, del Club modellismo storico di Cagliari), museo mineralogico con foto dei minerali e applicazioni interattive (realizzate da Enrico Stare, ricercatore del CRS4), i laboratori della scuola, le miniere più importanti del Sulcis (e quella di antracite di Perdasdefogu), segnalazioni e collegamenti a siti Internet sul tema.Il progetto, ideato da Andrea Mameli, studioso di miniere in Inghilterra Inghilterra e Austria trasformate in attrazione turistiche. Il sito Internet è accessibile liberamente:www. crs4. it/Miniere
Mameli illustrerà prossimamente la sua tesi anche a Iglesias.

28 novembre 2010

Busycle: un autobus che va "a muscoli"

autobus a pedali con l'aiuto di 60 volontari e del Berwick Research Institute’s Public Art Incubator e con fondi messi a disposizione dal Council of the Arts at Massachusetts Institute of Technology.id="BLOGGER_PHOTO_ID_5544377260085233682" /> Il Busycle è un autobus a pedali per 15 persone ideato nel 2005 a Boston dagli artisti Heather Clark e Matthew Mazzotta, e costruito al 100% con materiali di recupero.
Matthew Mazzotta ha ideato anche un progetto (Park Spark) di raccolta della cacca di cane, a Berlino, per l'illuminazione pubblica attraverso un digestore anaerobico dei materiali organici.

21 novembre 2010

Ma quanto inquina un treno a carbone?

Railways of Sardinia 2010 Un treno a vapore/carbone quanto inquina? Ma inquina di più o di meno di un treno a gasolio? Vorrei un confronto alla pari, considerando qualità e quantità di emissioni a parità di tragitto. Chi ha già effettuato dei calcoli o chi ha fatto delle stime, considerando tutti i fattori in gioco, mi scriva qualche commento qui sul blog. Non intendo fermarmi al fumo visibile o altre considerazioni superficiali. Vorrei leggere dei calcoli per impostare un confronto, scientificamente corretto, il più dettagliato possibile.
Chi mi può aiutare? Grazie
coal train Mandas 20 novembre 2010
Andrea Mameli, 22 novembre 2010 (foto scattate a Laconi il 20 novembre 2010)

14 novembre 2010

Quattro cyberpassi nel futuro prossimo (di Manuela Vacca, L'Unione Sarda, 13 novembre 2010)

I ricercatori del Crs4 sfatano falsi miti e luoghi comuni sotto gli occhi degli studenti
«Giornalmente abbiamo ricevuto prenotazioni tra i milleduecento e i millecinquecento studenti, mentre gli altri visitatori, curiosi o semplici appassionati sono stati circa duecento al giorno». Carla Romagnino, a capo dell'organizzazione del FestivalScienza di Cagliari, traccia un primo bilancio nella giornata conclusiva di ieri, iniziata alla volta dei segreti della matematica e conclusasi con i misteri del cielo parzialmente svelati dal Sardinia Radio Telescope e con la magia della scienza. Meraviglia per i più piccoli, grazie alle tante occasioni dei svariati laboratori e degli spettacoli.
I più grandi hanno partecipato anche agli incontri con i professionisti delle varie discipline. Ieri i ragazzi delle scuole superiori avevano domande da fare, a conclusione dell'incontro con Alessandro Bulfone del Crs4 sul tema del genoma umano. Siamo quasi identici per il 98,8 per cento. «È lo 0,2 per cento che ci fa diversi, che ci rende unici e irripetibili. Solo lo 0,2 ma è un miracolo per il quale ci dobbiamo rispetto e dignità unica», le parole di Alessandro Bulfone, esperto in genetica molecolare. Sa che ogni gene è finemente regolato: una banale de-regolazione dell'accensione e dello spegnimento del singolo gene può provocare gravi danni e tutte le malattie si basano sul malfunzionamento di cellule.
SORPRESA A parlare di mutazioni si scopre che gli essere umani di pelle chiara hanno subìto una mutazione, a differenza di quelli di pelle scura. «I veri mutanti siamo noi», la battuta che provoca ilarità e stupore sornione tra il pubblico, un piccolo colpo di scena che spazza via un paio di luoghi comuni e di bio-inesattezze.
«La ricerca è un mestieraccio mal pagato con poche soddisfazione. Ma una piccola soddisfazione nella vita ripaga il lavoro», osserva il ricercatore. Gliene arriva immediatamente una da parte di una studentessa. Una domanda che lui giudica pubblicamente straordinaria: «Siccome le cose stanno cambiando, vorrei conoscere la legislazione italiana sulle cellule staminali».
Bisogna sfatare i miti: le cellule staminali non possono generare nuovi individui. Fa danni la paura per ignoranza, dove ignoranza significa non conoscenza.
«Il web è morto?», si chiede nel successivo intervento un altro ricercatore del Crs4, Davide Carboni, percorrendo una carrellata dei nomi della Rete, da Vint Cerf , inventore dei protocolli alla base di Internet, Tim Bernard-Lee, Brin e Page artefici di Google, e Zuckerberg, celebre per il social network Facebook.
Classe 1984, quest'ultimo. «Chi è nato negli anni Ottanta può essere protagonista oggi», considera Carboni. Dall'invenzione della scrittura verso il futuro in cui trilioni di oggetti di uso quotidiano si connetteranno al web. Uno scenario che presenta i rischi di un impatto distruttivo nelle nostre vite. Ma pure nuove opportunità per coloro che saranno in grado di organizzare, filtrare, personalizzare, aggregare, visualizzare e distillare tanta informazione.
IL WEB-VIGNETO Affascinante l'illustrazione di un pregiato vigneto sardo monitorato da una rete di sensori wireless sviluppata al Crs4 che manda le informazioni via Twitter.
Altra tecnologia, la potenza della tecnologia. Gli oggetti del web sono tantissimi. Ormai tutti conoscono il gps, che permette di tracciare un oggetto con le coordinate. E RFid, un'etichetta elettronica diventata oggi microscopica, come esempio di tecnologia abilitante.
Si diffondono sempre più gli smartphone, veri e propri computer. «Il web degli oggetti è già a scaffale, cioè si può comprare e l'elenco è lungo». Forse non si sentiva il bisogno di avere una bilancia elettronica collegata a Facebook per informare gli amici se stai seguendo la dieta. Consumismo. «Non è vero che sicurezza e privacy sono valori in contrapposizione», una delle lezioni della scienza. Buono a sapersi.
MANUELA VACCA

13 novembre 2010

Giorgio Häusermann e i suoi giocattoli della scatola di Einstein al Cagliari FestivalScienza 2010

Häusermann La chiusura del Cagliari FestivalScienza 2010 (organizzato dal comitato Scienza Società Scienza) è stata affidata al fisico svizzero Giorgio Häusermann (docente-ricercatore al Dipartimento della Formazione e dell'Apprendimento della SUPSI, University of Applied Sciences of Southern Switzerland, di Locarno). Tra palloni spinti in alto con getti d'aria, missili di gomma piuma sparati a mano, molle che suonano, corde che non si lasciano lanciare, palloncini fatti volare dai bambini, lo spettacolo "I giocattoli della scatola di Einstein" ha divertito e interessato il pubblico. Un pubblico composto da bambini, giovani, adulti e anziani che gremiva sala sala conferenze del centro culturale ExMà. Una bella festa finale per un magnifico festival, che diventa anno dopo anno più bello e più ricco di stimoli. Häusermann
Giorgio Häusermann e il suo assistente (Marco Miranda) hanno illustrato il funzionamento di giocattoli utili a un avvicinamento dolce al mondo della fisica. E lo hanno fatto con la leggerezza e la simpatia di chi si diverte a rendere facili concetti difficili.
Giorgio Häusermann si è laureato in fisica nel 1975 e per alcuni anni ha insegnato matematica e fisica nella scuola. Il suo tema preferito è l’apprendimento della fisica per mezzo dei giocattoli, dalla scuola dell’infanzia ai corsi di formazione dei docenti. Sul tema dell'apprendimento della fisica con l’utilizzo dei giocattoli collabora dal 2009 con la Televisione della Svizzera Italiana alla trasmissione per bambini “Colazione con Peo”. Dal 2006 organizza la giornata di studio “il viaggiatore scientifico” che si svolge a Locarno a metà novembre.
scatola di einstein palloncini
Andrea Mameli, Cagliari, 12 novembre 2010

12 novembre 2010

Collisioni fra ioni piombo (ALICE 8 novembre 2010) e viste LHC

Ricostruzione di una delle prime collisioni fra ioni piombo osservate nel corso dell'esperimento ALICE (8 novembre 2010): le tracce corrispondono alle particelle prodotte nell'urto e rivelate dall'esperimento. LHC experiment ALICE
Due viste del Large Hadron Collider
LHC1
LHC2
Per gentile concessione di Corrado Cicalò (INFN sezione di Cagliari).

11 novembre 2010

Particelle in viaggio verso l'inizio delle domande (L'Unione Sarda, 11 novembre 2010)

LHC LHC, il più grande acceleratore del mondo, sta iniziando a regalare i primi risultati. La gigantesca macchina, in grado di far scontrare due fasci di particelle dopo averli sparati in direzioni opposte, all'interno di due tunnel tenuti per anni a 271 gradi centigradi sotto zero, ha fornito le prime immagini delle collisioni tra ioni di piombo. L'acceleratore, attivato il 9 settembre 2008 e bloccato 10 giorni dopo a causa di un incidente, ha ripreso a funzionare il 20 novembre 2009. Quasi un anno di lavoro con fasci di protoni e poi, nella notte tra sabato 6 e domenica 7 novembre 2010, si sono manifestate le prime collisioni tra “pacchetti” di ioni piombo. L'obiettivo è ricreare piccole quantità di plasma di quark e gluoni, nientemeno che uno dei primi stati della materia dopo il Big Bang. Ma anche per rispondere a molte altre domande fondamentali: cosa c'è all'origine della massa? Perché le particelle elementari hanno masse diverse? Esistono altre dimensioni oltre a quella temporale e alle tre spaziali, secondo i modelli di teoria delle stringhe?
Per farlo sono al lavoro migliaia di studiosi provenienti da ogni parte del pianeta coinvolti in quattro esperimenti: Atlas (A Toroidal Lhc ApparatuS), Cms (Compact Muon Solenoid), Lhcb ed Alice (A Large Ion Collider Experiment).
Le frontiere teoriche e sperimentali della nuova fisica sono state al centro di un interessante seminario, svolto ieri pomeriggio al Cagliari Festival Scienza (all'Exmà fino a domani). Protagonisti d'eccezione un fisico sperimentale, Biagio Saitta, e un fisico teorico, Gian Francesco Giudice.
A Biagio Saitta, direttore dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) di Cagliari, abbiamo chiesto quanti sono e di cosa si occupano i due gruppi di Cagliari presenti a Ginevra. «In totale circa 25 ricercatori dell'Università di Cagliari e della locale Sezione Infn lavorano a Lhc. A questi si deve aggiungere un nutrito gruppo di laureandi nel corso oltre dodici anni. I ricercatori di Cagliari sono distribuiti in due esperimenti distinti. Qui va tenuto ben presente che una cosa è l'acceleratore Lhc, “lo strumento”, altro sono i rivelatori, “gli esperimenti”, che operano su di esso. Un gruppo di Cagliari lavora all'esperimento Alice, che si propone di verificare l'esistenza di una nuova fase della materia, chiamata quark-gluon plasma, che si pensa esista in condizioni estreme di temperatura e densità di energia. L'altro gruppo lavora a Lhcb, esperimento dedicato a misure specifiche su particelle contenenti il quark beauty. Entrambi i gruppi sono stati coinvolti nella costruzione di parti del rivelatore. Per Alice: camere traccianti per la rivelazione di muoni. Per LHCb: costruzione di rivelatori di muoni per la zona dove la densità di particelle è elevata e progettazione della parte elettronica degli stessi rivelatori».
A Gian Francesco Giudice, al Cern dal 1993 e autore del volume divulgativo “Odissea nello zeptospazio. Un viaggio nella fisica dell'Lhc” (Springer-Verlag, 2010), che sarà presentato oggi alle 18 nella libreria Piazza Repubblica di Cagliari, abbiamo chiesto perché la comunità internazionale ha intrapreso un'impresa scientifica così impegnativa.
«Il primo obiettivo - spiega Giudice - sarà il Bosone di Higgs, la particella prevista nel “Modello standard” delle particelle. Sono problematiche che possono sembrare al pubblico molto astratte, ma in realtà sono aderenti alle domande che l'uomo si è sempre posto di fronte all'universo: cosa è lo spazio, cosa è il tempo, cos'è la materia. In fondo, lo scopo ultimo non è scoprire una nuova particella, ma le leggi che ci sono dietro. La particella è solo la manifestazione di un fenomeno e noi vogliamo scoprire tutte le leggi della natura che governano quel fenomeno e che ci permettono di comprendere l'intero universo nella sua globale complessità. Noi stiamo esplorando l'ignoto e i risultati potrebbero innescare una rivoluzione di pensiero, un cambio nel nostro modo di concepire il mondo, proprio come è avvenuto all'inizio del Novecento con la scoperta della meccanica quantistica».
ANDREA MAMELI

09 novembre 2010

Alieni in visita al Cagliari FestivalScienza, il 9 Novembre 2010, con Laboratorio Scienza

alieni1 Cagliari FestivalScienza, 9 novembre 2010. Presentazione del libro Alieni in visita. Esplorazioni scientifiche del cosmo. proporzioni Con gli autori (Andrea Mameli e Fabrizio Pani) e le animatrici di Laboratorio Scienza (Annalisa Zurru e Francesca U).
Si parte dalle pagine illustrate per arrivare alla percezione delle proporzioni fra Sole e pianeti, alla biodiversità e infine ai disegni ispirati alle avventure dei due alieni.
Laboratorio Scienza sorprende i bambini (e anche molti adulti) insegnando un trucco mnemonico per non dimenticare nomi e disposizione dei pianeti del Sistema Solare (elencati a partire dal più vicino al Sole): Mamma Vedo Tre Marziani Giganti Sopra Una Nuvola.
Poi si parla di fotosintesi e si gioca con la catena (anzi la rete) alimentare, per arrivare a capire che le forme di vita sono tutte decisive per l'equilibrio del pianeta. rete alimentare Infine la sorpresa finale: i disegni di Fabrizio sul cartellone (che sarà donato alla scuola) e le foto scattate dai bambini e dalle bambine. Faceva un certo effetto vedere Fabrizio circondato dai nintendo ds, le fotocamere e i cellulari degli scolari.
Il nostro libro illustrato che racconta il immaginario di due alieni curiosi, Ultroz e Tawhox, dalle profondità del cosmo al nostro mare è come sempre un pretesto per spaziare tra la scienza e la tecnologia.
I bambini della quarta e della quinta C della scuola di via Capo D'Orso (Monserrato, Cagliari) hanno partecipato con interesse e vivo entusiasmo.
Hanno ascoltato, osservato, partecipato, risposto, domandato, fotografato e... raccolto i nostri autografi!


Laboratorio Scienza filastrocca pianeti

05 novembre 2010

Schillellé, il muggine che esorta a non sporcare il mare

schillelle Schillellé è un muggine lungo 8 metri fatto di rifiuti. La creazione di Edoardo Malagigi è esposta da oggi nel piazzale del centro culturale Exmà di Cagliari in occasione del Festival Scienza, dedicato al Mare. E se lo scopo per cui il grande muggine fu ideato, un anno fa (progetto "Oltre la raccolta differenziata", Centro di educazione ambientale Laguna di Nora per il Comune di Pula) era rendere i cittadini di Pula più sensibili al corretto trattamento dei rifiuti, oggi l'enorme pesce impone di ripensare il nostro rapporto con il mare. Un mare minacciato dall'inquinamento e assediato dai rifiuti, certo, ma anche immensa patria della biodiversità.
muggine 8 m
Schillellé
Foto e testo: Andrea Mameli
Cagliari, 5 novembre 2010

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La mia foto del pesce pubblicata sull'Unione Sarda il 6 novembre 2010:

04 novembre 2010

MAPPE 2010

MAPPE 2010 Percorsi di innovazione tra scienza, società e comunicazione. L’evento MAPPE è un progetto del Laboratorio Interdisciplinare della SISSA di Trieste. L’obiettivo principale di MAPPE è contribuire alla costruzione di uno spazio di riflessione accademica e professionale sulle innovazioni pratico-teoriche della comunicazione della scienza. MAPPE ambisce in altre parole a diventare un luogo di confronto nazionale e internazionale per lo sviluppo di riflessioni, soluzioni ed esposizioni riguardanti i processi di circolazione, diffusione, produzione e appropriazione della conoscenza medica, scientifica e tecnologica. MAPPE vuole aumentare la visibilità di un argomento che riveste un’importanza cruciale e crescente nell’attuale dinamica dei rapporti tra scienza e società.
Questo desiderio si è concretizzato nel 2010 sotto l’egida del Laboratorio Interdisciplinare della SISSA di Trieste. Già in questa edizione altre importanti istituzioni daranno il loro contributo all’organizzazione e alla realizzazione dell’evento.
Ci auspichiamo che MAPPE diventi un punto di riferimento per molte altre realtà accademiche e professionali così come per i cittadini a cui sta a cuore la tematica della comunicazione della scienza, i suoi impatti politici, etici, sociali e la sua influenza sullo sviluppo della ricerca.
Nella prima edizione MAPPE ruoterà attorno alle seguenti tematiche:
• Giornalismo scientifico e potere nel XXI secolo
• Evoluzione e biodiversità
• La scienza e i social networks
• La scienza a teatro e per le strade della città
Ciascuno di questi temi sarà presentato e dibattuto da esperti nazionali e internazionali in diversi formati: dal convegno al workshop, dall’incontro con l’autore allo spettacolo.
PROGRAMMA
Martedì 23 novembre ore 14.00-18.00 SISSA: Laboratorio Comunicazione Scientifica e Dipendenze
Mercoledì 24 novembre ore 9.00-16.15 SISSA: Workshop Science Journalism and Power in XXI Century
ore 20.30 Teatro Miela: Spettacolo teatrale Scienza in scena
Giovedì 25 novembre
ore 9.00-18.00 SISSA: Convegno Nazionale sulla Comunicazione Scientifica
ore 20.30 Teatro Miela: Spettacolo teatrale Biodiversity
ore 22.00 Teatro Miela: Spettacolo teatrale I giocattoli della Scatola di Einstein
Venerdì 26 novembre
ore 9.00-18.00 SISSA: Convegno Nazionale sulla Comunicazione Scientifica
Sabato 27 novembre ore 10.00-12.30 Galleria Protti: Street Science

01 novembre 2010

Munari a Cagliari

Munari a Cagliari L'associazione Malik ha organizzato la mostra Mi Maru Munari "La lettura da tutti punti di vista" inserita nella manifestazione "I libri aiutano a vivere meglio - Bruno Munari" cofinanziata dalla Regione Autonoma della Sardegna (Legge Regionale 20 settembre 2006 n.14, "Progetti di promozione della lettura e festival letterari d'interesse regionale, nazionale e internazionale"). Si potranno scoprire e ammirare i libri d'artista, quelli illeggibili, le macchine inutili e parte del variegato mondo polisensoriale creato da Bruno Munari. All'interno della mostra sono presenti libri e oggetti storici progettati da Bruno Munari provenienti da una delle più importanti collezioni italiane appartenenti alla Galleria del Design e dell'Arredamento, CLAC (collezione Bruno Munari) di Cantù. Inaugurazione il 4 novembre alle 18 e 30 (Galleria Crobu Inc. Piazza del Carmine 14, Cagliari).
Per partecipare ai laboratori "(L)ibridi - la scrittura creativa degli alfabeti illegibili" scrivere a: associazionemalik@tiscali.it
Al fianco dei laboratori attorno alla Fiera-Evento I libri aiutano a vivere meglio - Bruno Munari la lettura da tutti i punti di vista, l'Associazione Culturale Malik propone il progetto (L)ibridi - la scrittura creativa degli alfabeti illegibili.
Il progetto ruota attorno ad un gruppo di artisti dai 18 ai 30 anni, sperimentatori di scrittura, arti visive e la loro lettura, intesa come interpretazione creativa. In una parola, sono dei writers. I giovani coinvolti, provenienti quasi tutti dagli istituti d’arte isolani, hanno cominciato le attività già dal mese di agosto 2010 e stanno portando avanti una serie di incontri e attività di laboratorio. Qui, attraverso l’intervento di esperti, stanno progettando una performance collettiva, traendo ispirazione anche dalla poetica di Bruno Munari. La performance vedrà impegnati i writers in una produzione su supporti mobili progettati appositamente per l’occasione, che permetteranno la realizzazione di "prodotti" artistici e li metteranno alla prova con un ambiente diverso dal muro.
La performance sarà documentata da operatori che attraverso fotografie e video. Una mostra successiva, con l’esposizione dei “pezzi” in una galleria d’arte, sarà poi il gradino successivo, e porterà in giro le opere su tutta la provincia di Cagliari. Il progetto cerca di espandere i confini dell'arte sui muri verso un
pubblico più vasto, far conoscere meglio le idee e le ispirazioni che si nascondono dietro questa forma di espressione, e stimolare sinergie tra luoghi istituzionali della cultura (come gallerie d'arte e musei) e il territorio.
cagliari 2
cagliari 1