La prima otturazione ha 6500 anni. Studio pubblicato su PLoS ONE il 19 Settembre 2012.

Un reperto del Neolitico scoperto in Slovenia un secolo fa ha restituito una fenomenale quantità di informazioni grazie alle tecnologie oggi disponibili.
È la storia della più antica otturazione, eseguita con cera d'api, raccontata nel numero del 19 settembre di Plos One.
Le analisi sono state eseguite a Trieste dai ricercatori del Centro internazionale di fisica teorica Abdus Salam di Trieste in collaborazione con il Sincrotone.
I ricercatori sono riusciti a identificare l'età della cera con un acceleratore di ioni e mediante un complesso sistema di scansione 3 mila radiografie.

La mascella era stata rinvenuta nel 1911 in una caverna in Slovenia da un entomologo, Joseph Mueller, che la consegnò al museo di storia naturale di Trieste. E lì è rimasta fino al 2010, quando un gruppo di ricercatori, guidati da Claudio Tuniz (Università di Trieste), ha iniziato a studiarla con attenzione.

«La mascella inferiore era rimasta lì per 101 anni senza che si notasse nulla di strano sul canino - ha raccontato Claudio Tuniz il 20 Settembre nel corso dell'inaugurazione della mostra "Homo Sapiens" al Museo delle scienze di Trento - infatti è molto difficile identificare il lavoro di odontoiatria a occhio nudo o semplici strumenti».


Beeswax as Dental Filling on a Neolithic Human Tooth
Federico Bernardini, Claudio Tuniz, Alfredo Coppa, Lucia Mancini, Diego Dreossi, Diane Eichert, Gianluca Turco, Matteo Biasotto, Filippo Terrasi, Nicola De Cesare, Quan Hua, Vladimir Levchenko.
Abstract
Evidence of prehistoric dentistry has been limited to a few cases, the most ancient dating back to the Neolithic. Here we report a 6500-year-old human mandible from Slovenia whose left canine crown bears the traces of a filling with beeswax. The use of different analytical techniques, including synchrotron radiation computed micro-tomography (micro-CT), Accelerator Mass Spectrometry (AMS) radiocarbon dating, Infrared (IR) Spectroscopy and Scanning Electron Microscopy (SEM), has shown that the exposed area of dentine resulting from occlusal wear and the upper part of a vertical crack affecting enamel and dentin tissues were filled with beeswax shortly before or after the individual’s death. If the filling was done when the person was still alive, the intervention was likely aimed to relieve tooth sensitivity derived from either exposed dentine and/or the pain resulting from chewing on a cracked tooth: this would provide the earliest known direct evidence of therapeutic-palliative dental filling.




Rassegna Stampa 20.09.2012: Dal Neolitico la prima prova di pratica odontoiatrica


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