Transumanza: una straordinaria esperienza. Bolotana, 30 dicembre 2011

bolotana 30 dicembre 2011 partenza transumanza Percorrere dieci chilometri a piedi, accanto a quattordici mucche, da mille metri di quota a quattrocento non capita tutti i giorni. Specie se si vive in città. Così, quando Sergio mi ha proposto di fargli compagnia nella transumanza invernale non ho esitato un istante.
E sinceramente sono convinto che ne valeva la pena: è stata una passeggiata piacevole, in parte sull'asfalto e in parte lungo le antiche strade per i carri, bovini strada transumanza bolotana 30 dicembre 2011 che consiglierei a chiunque. Specie a quelle persone che hanno sempre fretta, che non rispettano le file, che non accettano che si possa andar piano.
Dalla partenza in montagna fino a quando si attraversa il centro abitato di Bolotana questa esperienza a mio avviso insegna molto.
Insegna in particolare che il modo frettoloso di vivere questo tipo di esperienze se vendute chiuse in barattolo al turista compulsivo nel bosco manca di una dimensione: quella del vivere le cose ai ritmi adeguati.
Ma anche il covare platonici entusiasmi per la vita agreste non ha senso, senza averne prima provato i rumori (campanacci e zoccoli sono la vera colonna sonora), gli odori (frutto della digestione dei bovini), i colori (della vegetazione, del cielo, delle strade e degli stessi animali), i tempi (stare al passo dei bovini è un'esperienza nell'esperienza), i gesti e le voci degli accompagnatori attraverso Bolotana (nelle voci si può scoprire una ritmica e un timbro che sono essi stessi manifestazione di cultura), le reazioni degli altri (da quelle cordiali e misurate degli incontri che si fanno in campagna fino alla frenesia degli automobilisti che vedono gli animali solo come un inutile freno).
Davvero, per chi ha sempre troppa fretta direi proprio che una bella transumanza potrebbe insegnare molto. Suggerisco di scegliere una mucca, quella più indietro di tutte per esempio, concentrarsi sulle zampe. Il lento incedere, il modo di superare gli ostacoli non privo di eleganza, la tenuta degli zoccoli anche sulle pietre bagnate. Siamo partiti stamattina alle 9 e 30, dal pascolo a mille metri di quota, con 3 gradi centigradi e una pioggerellina leggera. Siamo arrivati a destinazione alle 14 e 30, a quota quattrocento, con 8 gradi, maestrale forte, pioggia fitta.
fine BolotanaAnche i bambini che hanno condiviso l'esperienza con noi (Marco, 8 anni, e Luca, 10) si sono divertiti molto e forse hanno sicuramente imparato qualcosa.
passaggi strettiDa parte sua Sergio Sulas, nonostante la - o forse proprio grazie alla - laurea in Economia (alla Bocconi di Milano) e pur avendo creato una società altamente innovativa, titolare dei diritti di brevetto internazionali di una bussola geomagnetica (GeoMagneticSystem) ha pensato bene di non abbandonare l'azienda agricola di famiglia e anzi la sta curando con grande passione. Una scelta che secondo me dimostra grande dignità e intelligenza. Mi sembra doveroso condividere con altri alcune foto, i video e questo breve resoconto della transumanza di oggi. Trovo che la tutela della memoria di mestieri (a torto ritenuti non più attuali) sia un valore di civiltà.
Per questa mia disperata ricerca di senso è stato molto stimolante anche visitare il blog di Marzia Verona - Storie di pascolo vagante - autrice di alcuni volumi in tema: "Vita d’Alpeggio" (Blu Edizioni, 2006), "Dove vai pastore?" (Priuli&Verlucca, 2006), "Intelligente come un asino, intraprendente come una pecora" (Artistica, 2009).

PS 1 Grazie anche alla sorella di Sergio, Maria Carmela, per l'agnello arrosto e la torta alla ricotta di rara bontà.

PS 2 La ricotta e gli gnelli sono stati forniti da Pietro Cadau, allevatore di 79 anni (ma ne dimostra molti di meno: lavora in campagna dall'alba al tramonto, guida l'automobile senza difficoltà, si esprime meglio di molti giovani).

PS 3 Una riflessione sul valore della conoscenza dei sentieri di campagna: I sentieri dei pastori, i fuoristrata e le mappe aborigene che diventano quadri.






Testi, video e foto: Andrea Mameli - www.linguaggiomacchina.it - 30 dicembre 2011
ultima curva

Bolotana, transumanza sulla neve a Badde Salighes Bruno Manunza (2005)

Commenti

Anonimo ha detto…
I temi che poni sono attualissimi. Mi riferisco, in particolare, a quello del recupero di ritmi e tempi più "fisiologici" e naturali. E' un tema che sento molto. Sono anche io partecipe di questa società frenetica in cui viviamo, ma cerco di ritagliarmi dei momenti a contatto con la natura dove ritrovare ritmi più lenti ed "umani". E in qualche altra esperienza più cittadina cerco di ritrovare questa dimensione. Lo sforzo maggiore è riportare tutto ciò nella realtà di tutti i giorni... Ma non è impossibile. Per esempio, a scuola ho imparato, con gli anni, a seguire molto più di quanto non facessi prima il ritmo dei bambini, le situazioni così come si presentano, senza dover essere ossessionato dal "programma da concludere", dalle pagine da terminare eccetera eccetera. Vivo più felice io e, credo, vivono ed imparano meglio i bambini. Buona transumanza a tutti! Andrea Scano
Walter Falgio ha detto…
Bravo Andrea. Come riscoprire un'antico rimedio antistress... l'esperienza concreta dello scienziato-pastore, al di là di retorica, romanticismi e slogan agro-identitari. walter
Anonimo ha detto…
Andre, semplicemente BELLISSIMO!!!
vorrei avere le parole per commentare tutto quello che hai scritto...dev'essere stata un'esperienza bellissima, si percepisce da ogni tua parola. In piu' ho avuto modo di conoscere Sergio Sulas quest'anno (mi fa piacere che sia proprio la persona che ti ha regalato questa esperienza...i casi della vita! il mondo e' davvero piccolo...) e ne stimo l'intelligenza, la creativita', la sapienza, l'umilta' e la capacita' di occuparsi (veramente) di innovazione senza perdere le sue origini e la sua sardita'.
grazie davvero dell'articolo, che considero un regalo per tutti noi da parte tua. La questione dei tempi veloci e della fretta e' centratissima e vitale!
grazie ancora, raffa
Luciano Pes ha detto…
Ciao Andrea
Esperienza bellissima, soprattutto per i tuoi figli.Fai bene a
portarli con te, alla scoperta di un mondo vicinissimo a noi, che qualcuno volutamente ignora e che invece dobbiamo riscoprire.
Oltre che con te, mi voglio complimentare con il tuo amico Sergio Sulas per la saggia decisione di non abbandonare l'azienda di famiglia, pur in possesso di un brevetto così interessante. E' un master and back molto logico e reale, dove il back è assicurato da un'azienda che sicuramente esiste da tanti anni e continuerà, mi auguro, per molti ancora. Solo così la Sardegna si salva. A nulla serve insegnare il sardo nelle scuole se non siamo un pochino tutti come Sergio.
Luciano Pes
Antonio ha detto…
Andre, questa cosa è veramente bella. Grazie per averla condivisa.
Anonimo ha detto…
Bellissimo Andrea,
Un estratto di pura transumanza, dove riesci a mettere dentro tutto, comprese le ragioni del cuore.
Grazie
Daniela Ducato

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