Colpito il simbolo di una città della conoscenza. Di Marco Ferrazzoli (CNR)

Il commento del presidente del Consiglio nazionale delle ricerche, Luigi Nicolais, sull’incendio che ha devastato la Città della scienza di Napoli. Distrutta nel rogo anche la mostra allestita dal Cnr sull’esploratore Fridtjof Nansen e le ricerche nell’Artico.

Un gigantesco incendio ha distrutto la Città della scienza di Napoli, dov’era tra l’altro in corso la mostra: “Fridtjof  Nansen: esploratore, scienziato e benefattore dell’umanità (1861-1930)”, organizzata dal Consiglio nazionale delle ricerche.
 “L’incendio di Città della Scienza è una ferita profonda, per Napoli e per l’intera comunità nazionale. In poche ore sono andati distrutti anni di lavoro, di sacrifici, di passione. Ma non dobbiamo, né possiamo restare fermi”, commenta il  presidente del Cnr, Luigi Nicolais. “Tutti dobbiamo sentirci partecipi della sua ricostruzione, che dovrà avvenire in tempi rapidi e certi. Città della Scienza è il simbolo del riscatto di un’area e di una comunità che non può essere ridotto in macerie: per questo è necessaria una mobilitazione straordinaria della comunità scientifica e delle istituzioni, pubbliche e private. 
Come Cnr siamo particolarmente coinvolti e provati. In questi giorni Città della Scienza ospitava un’importante mostra iconografica e documentale su Fridtjof Nansen, esploratore, scienziato, politico norvegese, andata completamente distrutta. Sicuramente non ci rassegneremo né lasceremo morire un presidio di cultura, legalità e progresso come è stato e come tornerà ad essere Città della Scienza.
Lo scorso 22 febbraio alla Città della scienza era stata inaugurato la mostra: “Fridtjof  Nansen: esploratore, scienziato e benefattore dell’umanità (1861-1930). Evidenza ed attualità del suo pensiero e delle sue intuizioni scientifiche nel suo lavoro a Napoli e nelle ricerche del  Cnr in Artico”,  organizzata dall’Ente in collaborazione con Reale Ambasciata di Norvegia e associazione ‘Circolo Polare’ per celebrare i 150 anni dalla nascita dell’esploratore. L’esposizione era approdata a Napoli arricchita di documenti e materiali didattici di grande interesse e purtroppo andati tutti distrutti, tra cui preziosi reperti da alcuni musei di Oslo: uno sci dell’esploratore, un microscopio d’epoca, le bottiglie Nansen e Niskin utilizzate per campionare l’acqua, monili inuit, guanti e un galleggiante-frenante. Divorati dalle fiamme anche un modellino della nave Fram proveniente dal museo dell’Antartide di Trieste, gli sci, il giubbotto e la tuta di volo del generale Umberto Nobile e il brogliaccio del dirigibile ‘Norge’ della spedizione del 1926.

Marco Ferrazzoli, CNR

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