Cafonizia: cafonaggine e pigrizia insieme.

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penne e quaderni
Ho riflettuto molto sulla pigrizia, circa un anno fa. Stavo scrivendo "Manuale di sopravvivenza energetica" e cercavo un motivo per molti sprechi domestici.
Poi, nei giorni scorsi, ero in vacanza al mare e ho potuto osservare le cicche di sigaretta in spiagga. Poi ho notato il comportamento di giovani e giovanissimi, quando accompagnavo babbo ai servizi igienici di un parco acquatico: nessuno cedeva il passo, tutti di fretta. Ma che maleducati direte voi. In effetti la sensazione non è molto piacevole. Anzi, direi proprio insopportabile: non sopporto quelli che pensano di avere più diritti degli altri e più fretta degli altri o forse di essere più furbi degli altri. Quelli che, per intenderci: parcheggiano nei posti riservati ai disabili, quelli che invadono allegramente le corsie dell'autobus, quelli che tentano di fregarti quando sei in fila superando nei modi più arditi, quelli che parcheggiano in seconda e terza fila per andare al bar, quelli che non si fermano sulle strisce a meno che non ci sia il vigile nei paraggi. E scrivo quelli ma il fenomeno mostra una chiara parità tra i sessi. A questi comportamenti insopportabili ne aggiungo uno che sto notando in crescita da alcuni mesi: la violazione dell'articolo 154 del codice stradale. O, come si diceva quand'ero bambino: "gli indiani hanno perso le frecce". Proprio quest'ultimo comportamento da cafoni della strada, la mancata segnalazione in caso di cambio di corsia, di sorpasso o di svolta non obbligatoria, mi ha ispirato. Vuoi vedere che quella che chiamiamo maleducazione nasce da una profonda pigrizia? Ho coniato questa parola orribile (com'è orribile la materia da cui trae origine): "Cafonizia". Ma mi mancava la prova visiva.
Ed ecco che oggi, in una grande cartoleria, ho trovato l'elemento emblematico: le penne provate sui cartellini dei prezzi. Solo una persona pigra e maleducata, nel significato di essere stata educata male ovvero non preparata alla vita e al saper vivere civilmente insieme agli altri, prova la penna su un cartellino che la trova la sua ragione di esistere nel perenne nostro bisogno di sapere quanto costa,. Il cartellino dei prezzi pasticciato è come le cicche nella sabbia. O come la gente alla cassa prioritaria o sul pullman che non vede la donna incinta o l'uomo con difficoltà di deambulazione.
Ma come io trovo insopportabile la cafonizia, direi che chi la pratica non riesce, altrettanto fortemente, a farne a meno. Evidentemente sono due forze opposte, e io spero sempre che la prima prevalga sulla seconda. Nutro però una paura: che alcune manifestazioni della cafonizia, come svoltare senza freccia o non rispettare le file, si stiano diffondendo anche per emulazione. Della serie: se è pigro lui perché non posso esserlo anch'io? O, forse peggio, più figo se sei meno gentile, meno corretto, meno educato. Esagero? Fatemelo sapere.
Buona conclusione dell'estate, educata e solerte.

Testo e foto: Andrea Mameli
Blog Linguaggio Macchina
www.linguaggiomacchina.it
Domenica 28 agosto 2011

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