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Visualizzazione dei post da febbraio 17, 2013

L'invasione degli Ultra-Film

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Intervento pubblicato nella guida al ciclo "Il cinema di Fantascienza. Dai classici alla rivoluzione di 2001 odissea nello spazio" (Società Umanitaria, Cineteca Sarda, 2011) L'invasione degli Ultra-Film Andrea Mameli Fantascienza. In futuri ipotetici, in genere distopie tecnologiche di tirannia e caos, l'autore di fantascienza spesso si sposa con l'uomo anti-stato dell'epica moderna, con l'azione e con l'avventura. Robert McKee in Story. Substance, structure, style, and the principles of screenwriting, 1997. L'invasione è iniziata molto tempo fa. Forse proprio con quella locomotiva a vapore che si avvicina al pubblico terrorizzato ( L'Arrivée d'un train en gare de La Ciotat, 1896) frutto di due menti creative (Auguste e Louis Lumière). La scienza a vapore e il cinema muto, anche se non sembra, sono la vera incubatrice della cosidetta Sci-Fi. Ma, andando ancora indietro nel tempo, notiamo che la specie Homo Sapiens ha a

Alien a Cagliari il 20 Marzo 2013. Una mia riflessione sul film.

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Il mio intervento per la guida del ciclo di film "Il cinema di fantascienza. Da Kubrick al digitale" , pubblicata dalla Cineteca Sarda nel Febbraio 2013.  ALIEN Andrea Mameli La sfida di Ridley Scott era quasi diesperata: rappresentare l'alieno e rendere credibile l'incredibile. Per raggiungere questo risultato era necessaria una storia forte e un lavoro cinematografico impeccabile. A mio parere Alien è riscito nell'intento, divenendo un punto di riferimento assoluto per il genere. E lo dimostra il fatto che, a 34 anni di distanza, il film mantiene inalterato il suo fascino. Lo dimostrano anche le innumerevoli citazioni, più o meno riuscite, senza contare i cambiamenti che questa pellicola ha di fatto imposto: non a caso c'è chi parla di un prima e un dopo Alien. Ma quali sono gli elementi che hanno decretato questo successo? Che cos'ha di speciale questo film? Innanzitutto Scott ha scelto il nero, respingendo l'estetica del cinema di fantas

Lana grezza per assorbire petrolio in mare. Il progetto WOOLRES (Wool Recycles Eco System)

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L'uovo di colombo lo dobbiamo a tre persone. La prima scintilla si accese nella mente di Luciano Donatelli , Presidente dell’Unione Industriali di Biella: utilizzare la lana per assorbire il petrolio disperso in mare. E non è un problema da poco se si pensa alle conseguenze nefaste di questo tipo di danno ambientale. Di fronte al disastro del 2010 nel Golfo del Messico, Donatelli chiese a Mauro Rossetti (a cui devo molte delle informazioni che ho raccolto, Direttore Associazione Tessile e Salute di Biella) di verificare le possibilità di successo di una simile idea. I risultati soddisfacenti spinsero Donatelli e Rossetti a coinvolgere Mario Ploner (Tecnomeccanica Biellese) per progettare un sistema in grado di recuperare il petrolio sversato in acqua. Così è nato il progetto Woolres . Viene sfruttata la proprietà della lana grezza di assorbire gli olii in quantità 10 volte superiore al proprio peso. La lana appena tosata è ricca di lanolina e altre impurità vegetali e minerali

Ridurre l'impatto ambientale delle centrali solari a torre. Nella domanda di brevetto depositata dal CRS4 una possibile soluzione di questo problema

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La frontiera della ricerca nel campo delle fonti rinnovabili si sta spostando gradualmente verso soluzioni a impatto ambientale sembre più basso. E se nella definizione di impatto ambientale introduciamo non solo il grado di occupazione del territorio ma anche la tipologia di superficie sulla quale l'impianto incide, allora ci rendiamo conto di quanto possa essere importante progettare strutture che non necessitano di terreni perfettamente pianeggianti ma che si pssono adattare all'orografia del terreno. Ecco perché l'invenzione di Erminia Leonardi e Marco Cogoni , ricercatori del CRS4 , potrebbe rivelarsi estremamente importante. L'invenzione, per la quale all'inizio di febbraio il CRS4 ha depositato domanda di brevetto, ha lo scopo di migliorare il controllo di impianti solari a concentrazione basati non su una ma su più torri. Erminia Leonardi e Marco Cogoni conoscono molto bene la materia energetica e sono ottimi programmatori: hanno scritto un codic

Racconta la tua esperienza di papà in azione. Concorso a premi.

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Il concorso è rivolto ai papà lavoratori che vogliono raccontare con una lettera aperta, una riflessione, un racconto o con qualsiasi altra espressione artistica la propria esperienza nel conciliare il lavoro con l’essere padre. Scadenza: 31 marzo 2013 Gli elaborati ricevuti saranno valutati da una commissione composta da esponenti qualificati sulla base dell’attinenza al tema proposto; originalità; capacità tecnica e artistica; capacità comunicativa. Indirizzo mail: papainazione@gmail.com È richiesta una dichiarazione liberatoria sottoscritta dall’autore che autorizzi all’eventuale pubblicazione o presentazione in pubblico e alla utilizzazione dei dati personali a norma di legge. Premi: Videocamera Marsupio porta bebè in tessuto naturale Fornitura di pannolini ecologici Organizza, nell’ambito del progetto “Papà in azione” , l'Assessorato dell'Igiene e Sanità e dell'Assistenza Sociale, Direzione Generale delle Politiche Sociali, Servizio Attuazione Politiche So

Una piccola lettera di novant'anni fa. Ma nella comunicazione conta la qualità, non le dimensioni.

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Appena 50 caratteri, spazi compresi, per scrivere la parola Auguri, il mittente (Orsola Canu e famiglia), la località di partenza (Jerzu) e la data (29 settembre 1923). Per contenere queste informazioni era sufficiente un cartoncino di pochi centimetri (8 di larghezza e 3,5 di altezza). E alla busta serviva solo qualche millimetro in più, tanto che i francobolli superano il bordo per non restare appesi. Novant'anni fa una lettera di auguri poteva essere davvero così piccola. O ggi può apparire strano , ma in qualche modo siamo ritornati a quel formato , con sms, twitter e brevi messaggi di testo che accompagnano le immagini di facebook . Nella comunicazione non contano le dimensioni , ma la qualità dell'informazione. P.S. Antonietta Lai era mia nonna. Andrea Mameli 21 Febbraio 2013 www.linguaggiomacchina.it

Quanto conta il contenuto? "Content Strategy for Mobile" a Cagliari il 5 marzo

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Il contenuto conta, e molto. Anche quando il contenitore potrebbe sembrare più importante. Ancor più quando i contenitori (leggi devices ) sono sempre di più e sempre più diversi tra di loro. Karen McGrane (una che su questi temi ha lavorato per Condé Nast, Disney, The Atlantic, The New York Times e nel ha fondato l’agenzia di consulenza Bond Art & Science ritiene indispensabile produrre contenuti adatti a qualsiasi piattaforma, semanticamente ricchi e adeguatamente strutturati. Karen McGrane intende questo per Adaptive Content e lo spiega bene nel suo libro Content Strategy for Mobile che sarà discusso a Cagliari , alla MEM (Mediateca del Mediterraneo, in via Mameli 164) martedì 5 marzo alle 18 e 30 . Organizza: UX Book Club Sardegna . Alberto Conte nel suo ottimo post del 12 Febbraio 2013 ( Adaptive Content: il contenuto è la gallina alle uova d’oro della strategia digitale ) ci informa che Karen McGrane l'anno scorso ha presentato il libro alla conferenza Breaking

Huckleberry Bicycles: molto più di un negozio di biciclette. Una Start-Up di successo. Accade a San Francisco oggi.

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Dodici anni fa ho avuto la fortuna di visitare San Francisco . E mi ricordo molto bene la deliziosa varietà di negozi di Market Street . Oggi ho scoperto che in questa prestigiosa strada è nato un negozio di biciclette molto particolare. Si chiama Huckleberry Bicycles e in realtà non è (solo) un negozio di biciclette ma un centro specializzato in servizi per la bici ("full-service bicycle shop") al quale il Sindaco di San Francisco aveva già dato il benvenuto: Mayor Lee Welcomes Huckleberry Bicycles as Newest Retailer to Central Market Street (6 agosto 2011). Ho sentito parlare di Huckleberry stamattina alla radio (Gianluca Floris, Radio X, Cagliari) e la curiosità mi ha spinto a cercare di capire cos'ha di tanto particolare. E ho iniziato la mia micro inchiesta a partire dall'articolo citato da Floris: "I Can't Tell You Why We're Growing": A New Bike Store and the Mystery of Start-Up Success ( The Atlantic , 4 Febbraio 2013). Secondo Paul G

Rainforest: regole e assiomi, innovazione e creatività

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Prima di iniziare a leggere Rainforest ho analizzato i punti sui quali si basa il ragionamento sull'innovazione di Greg Horowitt e Victor Hwang . Si tratta di 7 regole e 14 assiomi. Le 7 regole sono queste: rompere gli schemi, sognare, aprirsi al dialogo, saper ascoltare, aver fiducia, fidarsi, sperimentare e testare, superare l'egoismo, reagire agli errori, non fare tutto solo per il tornaconto. Eccole di seguito: 1) "Thou shalt break rules and dream"; 2) "Thou shalt open doors and listen"; 3) "Thou shalt trust and be trusted"; 4) "Thou shalt experiment and iterate together"; 5) "Thou shalt seek fairness, not advantage"; 6) "Thou shalt err, fail, and persist"; 7) "Thou shalt pay it forward". Ed ecco i 14 “Rainforest Axioms ”: While plants are harvested most efficiently on farms, weeds sprout best in Rainforest Rainforests are built from the bottom up, where irrational behavior reigns What